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 8 Settembre 2008 - La partenza per gli Stati Uniti

Il giorno della partenza é finalmente arrivato e il mattino, nonostante fossi abbastanza calmo, sapevo che presto la tensione mi avrebbe assalito...Infatti tutto bene sino al check-in a Venezia, poi l'intestino prende una strada diversa dalla mia e sto da cani...Per fortuna i bagni dell'aereoporto sono puliti e l'IMODIUM fa la sua parte. Il breve volo sino a Francoforte passa liscio sino all'inzio delle fasi di atterraggio, dove abbiamo a che fare con delle nuvole basse..Mi pare che rispetto alla norma il pilota scenda sulla pista un pò troppo velocemente, infatti frena alla grande e termina con un'inchiodata secca...Con le braccia dobbiamo pararci contro i sedili di fronte per non tirare una craniata.L'immenso aereoporto questa volta non mi frega e memore dell' infelice esperienza passata so come muovermi. Una volta ritirato il ticket dell'Air India (associata alla Lufthansa) assistiamo al check-in della squadra del nostro aereo: con meraviglia notiamo che le hostess Indiane sono vestite alla loro maniera in abiti colorati, con tanto di sandali e Tilak (un segno) sulla fronte! Arrivati all'imbarco notiamo un turbante tra la folla e sorridiamo..ben presto i turbanti diventano decine!! Siamo tra i pochissimi occidentali in mezzo ad un mare di Indiani! Alcuni hanno la barba lunga e degli anelli enormi,sembrano dei personaggi finti..Poco dopo saliamo sull'aereo, che presto si mostra in tutto il suo "splendore": su internet era dato come nuovo (nascita 2007) ma lo stato dei sedili e delle tapezzerie non dice la stessa cosa..

 


La laguna di Venezia

In classe economy (ma anche in business!!) non ci sono i monitor sui sedili ma solo dei piccoli schermi in alto e un proiettore su una parete...Funziona tutto così bene che l'immagine é piena di interferenze,mentre i tentativi di uno steward di ripristinare le cose con dei pugni si rivelano vani. Comunque sia l'aereo é enorme e ci mette giustamente una vita per prendere velocità e decollare. Durante il volo gli Indiani mostrano il meglio del loro repertorio, dispensando cibo e bevande senza lesinare e con estrema cortesia. Scorrono fiumi di alcool, grazie soprattutto ai tedeschi accanto a noi...Passano dalla birra ai coca & whisky con grande scioltezza!!

Il volo per Los Angeles

Devo dire che l'heineken aiuta anche me (sono un paranoico del volo), sciogliendo il nervosismo e alleviando le pene del buono ma piccantissimo cibo indiano. Le oltre 11 ore di viaggio passano tutto sommato bene, la Daniela se la dorme e si riesce pure a vedere qualche spezzone di film! Nell'ultima ora di volo finalmente scorgiamo qualcosa della terra Americana: un lago immenso,montagne (lo schermo indica che siamo nella zona dello Yellowstone Park) e poi finalmente il deserto.. ci stiamo avvicinando!! Una volta sopra San Bernardino inzia la discesa su Los Angeles e la città appare immensa come realmente é. Giusto il tempo di sorvolare la trafficatissima san Diego Freeway e con un dolce atterraggio siamo a terra...

 

Salutati gli amici indiani passiamo ai brigosi controlli americani, tutt'altro che una formalità! Ci perdiamo una vita, non lasciano perdere nulla, si impuntano su ogni cavillo..Gli stranieri che entrano negli States sembrano carne da macello, trattati in maniera severa e inquisitoria. Durante l'attesa ci guardiamo intorno e già si nota come funziona da queste parti: i lavori umili e di manovalanza spettano a neri e ispanici.Ottenuto il "privilegio" di essere accolti negli USA posso baciare il terreno ed essere felice!! Intanto siamo arrivati, poi si vedrà. Per ritirare l'auto noleggiata l'attesa é ancora più lunga, grazie anche a dei nostri concittadini: a loro non basta un'auto normale, ci vuole una cabrio!! Ovviamente per un tour come il loro (e il nostro),tra deserti e montagne, l'ALAMO non rende disponibili quel tipo di auto. Ritirata la vettura inzia lo show: accendo il motore ma non ci muoviamo di un metro...Ero stato avvertito che il freno a mano é imboscato ma,da ganzo quale sono,l'avevo trovato subito..però non partiamo lo stesso..spingo tutti i pulsanti possibili, ma ci sono solo spruzzi d'acqua, il tergicristallo che va a manetta, le luci, il clacson che suona..Fuori mi ridono dietro e nessuno che dia una mano..il personale dell'agenzia si fa di nebbia.. perdo le staffe...

 

La nostra stanza al Venice Beach Suites Hotel

 
Dopo un quarto d'ora acchiappiamo per la maglia un tipo dell'Alamo che ci spiega l'arcano: bisogna tenure premuto il FRENO e cambiare la marcia dalla posizione Parcheggio a quella di Movimento (e al contrario prima di spegnere). Una cosa molto intuitiva vero? Ci perdiamo dalle parti dell'aereoporto (avevamo appena rifiutato il satellitare offertoci rispondendo seccati "WE NEVER LOST", che non é neppure corretto..) ed arriviamo a Venice alle 20.30. E' buio da un pezzo, qui il sole cala molto presto, ma finalmente ci siamo. La zona si mostra già per quello che é: un delirio, matti e senza tetto ovunque, gli "artisti" lasciano la passeggiata lungo la spiaggia, qualche tamburo risuona ancora..Ma a me piace lo stesso, perché a suo modo é un angolo di America vera e nessuno in realtà ci procura alcun fastidio, poveretti.