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11 Settembre 2010 - Los Angeles:
da Palos Verdes a Downtown Seal Beach,
dove passiamo la seconda notte del nostro viaggio, é una piccola
cittadina all'estremo Nord della contea di Orange County,
adiacente alla più nota Long Beach e alla baia di San Pedro, che
però sono già parte della contea vera e propria di Los Angeles.
L'area residenziale, che si affaccia direttamente sul Pacifico,
é molto carina, nel più classico stile americano: lunghi viali
rettilinei circondati da alte palme, villini monofamiliari in
compensato e siepi fiorite. Bandiere a stelle e strisce ovunque.
Tranquillità e pulizia. Una grande spiaggia bianca tagliata
dallo storico pontile. Non é un quartiere particolarmente
esclusivo ma certamente viverci non farebbe schifo!! Arriviamo a
Seal Beach in serata, al termine di un'intensa giornata passata
a risalire la Southern California. Pernottiamo all'Ayres Hotel,
ben fuori dal paese e proprio accanto alla sempre trafficata San
Diego Freeway. La cena, nel nostro classico stile, é stata un
semplice menù in uno dei tanti McDonalds sulla Pacific Coast
Highway ma poi andiamo appositamente a Belmont Shore - un
quartierino danaroso di Long Beach - per concederci un
voluminoso yogurt da Yogurtland, memori dell'esperienza
dell'anno passato, per un appuntamento assolutamente
imprescindibile. Siamo in America ed ovviamente non si tratta di
farsi un semplice yogurt, la questione é più complicata: per
prima cosa é necessario decidere tra una grande varietà di gusti
che tipo di yogurt prendere, assaggiando liberamente ogni gusto
servendosi di una piccola coppetta; già adesso i sapori sono
forti e un pò nauseanti, testare tutte le possibili varianti di
yogurt é di per sé più che sufficiente per saziarsi. Tuttavia la
questione non né finita perché scelto il tipo - o i tipi - di
yogurt bisogna decidere come guarnirlo: pezzi di cioccolata,
biscotti, cocco, smarties, frutta fresca e canditi sono solo
alcune delle possibili schifezze per rendere ancor più
disgustosamente golosa la propria creatura ! |
Hank's Grave
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Il risultato di una lunga e difficile analisi é
un cestino di alcuni etti di yogurt e condimenti vari, acquistabile
per una manciata di dollari e in grado di nausearti dopo pochi
cucchiai!! Una vera libidine!! Certo, sarebbe meglio darsi un freno
e non lasciarsi prendere dall'entusiasmo come bambini, perché il
prodotto in sé non é affatto male ma miscelare così tante schifezze
finisce per non deliziare il palato, a differenza della mente che
invece gioisce per la divertente esperienza. Impossibile poi non
farsi due risate pensando ad una cosa del genere in Italia, dove
nella nostra migliore tradizione gli avventori finirebbero per
svuotare - o rivendere - lo yogurt a forza di assaggi gratuiti!! Qui
invece altra dimostrazione di civiltà degli americani: ordine, tutti
in coda, niente gomitate. Dopo esserci tolti lo sfizio dello yogurt
mi tolgo anche quello di acquistare subito un paio di cd, visti
anche i prezzi vantaggiosi. Cosa che per colpa mia provocherà una
delle poche liti della vacanza... Lasciamo Belmont Shore,
gironzoliamo un attimo per Long Beach - in precedenza ci eravamo
anche persi nei suoi sobborghi - e infine ce ne andiamo a dormire.
Il mattino dopo ci alziamo di buon' ora con due cattive sorprese: la
costa é coperta da una fitta coltre di nebbia - tipica da queste
parti, alla faccia del mito del sole in California! - ed io ho un
forte mal di testa, ricordo del gelido bagno nell'Oceano a San Diego
il giorno precedente. Per fortuna il risveglio é allietato da una
magnifica colazione in albergo! Abbiamo poco tempo da perdere perché
pur non avendo più un programma preciso - la nebbia e il mal di
testa ci costringono a rimandare il bagno nel Pacifico - le cose da
vedere non mancano. Prima di tutto DOBBIAMO ASSOLUTAMENTE passare al
Green Hills Memorial Park di San Pedro per rendere omaggio alla
tomba del mio scrittore preferito Charles Bukowski, sepolto in
questo splendido (!!!) cimitero, per la verità più simile ad un
parco. Lasciamo in fretta Seal Beach, attraversiamo Long Beach -
dove risplende il sole - ci perdiamo nella zona del porto e infine
arriviamo sulle colline di San Pedro. Anche qui la nebbia é
scomparsa e vaghiamo nel parco alla ricerca della lapide sotto un
sole molto caldo. Non é un'impresa facile trovare il loculo giusto,
anche perché i miei riferimenti sono sbagliati... rischio di perdere
la testa ma l'ultimo tentativo, grazie alla Daniela, si rivela
fruttuoso! Posso finalmente omaggiare uno dei miei idoli!!! Tra una
cosa e l'altra sono le 11 passate, abbiamo giusto il tempo di
scattare qualche foto e di lanciare un'ultima occhiata alla baia di
San Pedro prima di prendere la strada per il vicino promontorio di
Palos Verdes. Il traffico del Sabato mattina é scorrevole, si
viaggia che é un piacere. Percorriamo serenamente il tratto Sud del
promontorio, alla nostra sinistra le scogliere e l'azzurro
dell'Oceano, a destra le colline coperte di fiori colorati.
Abalone Cove e Portoguese Bend - Palos Verdes
L'area di Palos Verdes é diventata negli anni il
rifugio parecchi milionari che hanno deciso di abbandonare la vicina
e caotica Los Angeles alla ricerca di pace e tranquillità, senza
tuttavia allontanarsi troppo dalla metropoli. Nulla di meglio delle
aspre e brulle colline del promontorio! Le abitazioni per la verità
non sono particolarmente lussuose, piuttosto semplici per il reddito
degli abitanti; sono però incastonate tra splendide siepi fiorite,
dominano l' Oceano in cima a ripide scogliere in cui si aprono
insenature e impervie calette. Sembra davvero di essere in un altro
mondo eppure la folle città degli Angeli é appena alle spalle dei
monti! Tutta la costa Sud di Palos Verdes - che si affaccia sulla
baia di San Pedro - é molto bella, mentre transitiamo noi é pure
libera dalla nebbia, che invece troveremo all'estremità Ovest, a
partire da Point Vicente. Sostiamo una mezz'ora alla Wayfarers
Chapel, una celebre chiesa nota per la sua architettura moderna -
disegnata dal figlio di Frank Loyd Wright - e per la bella vista
sull'Oceano. Conosciuta anche come "The Glass Church" é davvero lo
sfondo 'ideale per un matrimonio con vista sul Pacifico!! La chiesa
in sé, per quanto bella, non lascia certo a bocca aperta ma tutta la
cornice é piacevole. Proseguendo oltre si arriva in un attimo al
caratteristico faro di Point Vicente, dove come detto in precedenza
troviamo nuovamente la nebbia. Nel giro di una curva le condizioni
meteo cambiano drasticamente e la felpa diventa quasi d'obbligo!
Quest'oggi il faro é visitabile - é aperto solo il secondo sabato di
ogni mese - e così ci permettiamo anche questa breve divagazione.
Prima di proseguire oltre facciamo due passi lungo le scogliere
della ricca enclave residenziale di Rancho Palos Verdes, sulle quali
é sito anche lo spettacolare e lussuoso Terranea Resort....altro che
i motel bestwestern!! Il residence é fantastico, moderno,
lussuoso.... domina le ripide scogliere, dalle quali si gode una
vista davvero magnifica. In alcuni periodi dell'anno questo tratto
di mare é percorso dalle balene che migrano verso Sud e pare che la
vista degli spruzzi sia tutt' altro che occasionale da queste parti.
Ad ogni modo questa non é roba per noi, é ora di pranzo ed é giusto
pensare a cibarci. Così lasciamo Palos Verdes e dal promontorio
scendiamo verso Redondo Beach: siamo tornati a Los Angeles!
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Il ritorno e la permanenza a Los Angeles sono
dei punti cardine del nostro viaggio e non importa sia la terza
volta consecutiva, non importa se a nessuno piace la città e se
ci prendono per matti. Questa volta, l'ultima, dobbiamo
assolutamente toglierci tutti o quasi i nostri sfizi. Abbiamo a
disposizione 3 giorni interi e pernotteremo sempre nello stesso
albergo, ma soprattutto, memori delle esperienze precedenti,
sappiamo bene come muoverci, ovvero senza fare troppi programmi
e con una pazienza infinita. Personalmente scoprirò in seguito
che la cosa migliore é delegare la guida dell'automobile alla
Daniela, in quanto i miei tesissimi nervi difficilmente possono
conciliarsi con la frenesia e lo stress della metropoli. Sarà la
scelta giusta perché alla fine mi godrò senza patemi la vita per
la città e lei riuscirà a destreggiarsi nel traffico delle
freeway senza alcuna difficoltà. Quando arriviamo a Redondo
Beach il sole di San Pedro é solo un pallido ricordo: tutta la
costa sino a Santa Monica é avvolta da una grigia nebbia e i
nostri sogni di abbronzarci in spiaggia svaniscono rapidamente.
Questa é la tipica foschia che sale dal Pacifico soprattutto nel
primo mattino e al calar della sera, peccato però che adesso
siano le 14...Decidiamo di abbandonare le spiagge e di provare a
dirigerci verso Downtown, visto che é una delle cose principali
che non siamo riusciti a vedere gli anni scorsi. Prima di tutto
però dobbiamo nutrirci e "Il Fornaio" di Manhattan Beach fa
decisamente al caso nostro; anche in questo caso l'estrema
cortesia e disponibilità degli americani si rivela con nostro
grande piacere: come già capitato a san Diego nessuno si
scandalizza se, pur essendo un ristorante, chiediamo un semplice
panino ed é di nuovo lo chef in persona a prepararcelo con
estrema cura e gentilezza. Il risultato sono dei buonissimi e
abbondanti sandwich per una spesa ridicola! |
Downtown vista dalla Harbor freeway |
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La visita a Downtown era inizialmente prevista in uno dei
giorni seguenti, tipo Lunedì o Martedì, ma essendo saltato il bagno
nell' Oceano decidiamo di anticiparla a questo pomeriggio, valutando
che al Sabato il quartiere sarà deserto e che per raggiungerlo non
troveremo traffico sulle freeway . In effetti Downtown - almeno il
financial district, zona perlopiù di uffici - é deserta ma la 105 é
intasata di automobili; in particolare lo svincolo per la 110 é
letteralmente bloccato dal traffico...le 6 corsie della Harbor Fwy
sono una lenta processione di automobili in coda. Intanto,
allontanandoci dalla costa e inoltrandoci verso Est, la nebbia é
sparita e un caldo sole splende nel cielo limpido. Contraddizioni
della città degli angeli, dove le condizioni atmosferiche variano -
e di molto - da una zona all'altra! Ad ogni modo la parola d'ordine
é pazienza, così attendiamo speranzosi che la situazione si
sblocchi. In effetti dopo pochi chilometri la morsa del traffico si
allenta. E' disarmante vedere le corsie di car pooling deserte
perché ogni abitante di L.A. ha la sua auto e si muove solo per
conto proprio!! Per noi invece é un vantaggio incredibile che ci
permette di scorrere tutta la lunga coda di auto!! A poco a poco,
marciando chilometri in direzione Nord, le sagome dei grattacieli di
downtown appaiono all'orizzonte, con le alte San Gabriel Mountains
sullo sfondo. E' una vera emozione avvicinarsi al cuore di Los
Angeles, passare accanto alla USC, allo Staples Center, al
convention center - dove in questi giorni si tiene una grande fiera
del porno....Lasciamo la 110 ed entriamo sulla Figueroa,
percorrendola da Sud verso Nord, costeggiando il quartiere
finanziario. Seguiamo le indicazioni per Bunker Hill, con la
strada che sale leggermente lungo la collina dove si trovano la
Walt Disney Concert Hall e i grattacieli principali dello
skyline di LA. E' veramente una grande emozione vagare per queste
strade che ho sognato così a lungo di vedere!! L'area di Dowtown -
soprattutto il financial district e Bunker Hill - non é affatto
degradata come si pensa; quest' ultima ha goduto in modo particolare
del piano di riqualificazione urbana che il comune ha lanciato nel
corso degli anni ed oggi é una piacevole, moderna, pulita e ordinata
area residenziale, non solo un distretto di uffici. Gironzolare per
Downtown é una gradevole sorpresa, eravamo preparati al peggio,
timorosi di capitare chissà dove. Invece, come detto, l'area é
tranquilla e soprattutto pulita. Chiaramente é Sabato pomeriggio e
il traffico inesistente, gli uffici sono chiusi e non c'é un'anima
in giro. Però il quartiere é davvero ben tenuto e la sua sinistra
fama é confermata solo allontanandosi da Bunker Hill, magari
scendendo verso Broadway e soprattutto verso i bassifondi. Ma
anche qui ci sarebbe da parlare perché il degrado degli Skid Row
é ovviamente un pugno allo stomaco, qui regna davvero la
disperazione e la povertà, ma a parte le mie paranoie - questo però
é l'effetto del cinema!! - NESSUNO ci crea alcun disturbo,
nonostante sia ovvio che siamo dei turisti...del resto chi altro
passerebbe per questa zona con un macchinone sotto il culo, con le
macchine fotografiche in mano e il sorriso sul volto per lo stupore?
I bassifondi rispecchiano la propria fama non tanto per lo stato
generale degli stabili - ok c'é sporcizia e i palazzi sono talvolta
fatiscenti, ma nemmeno più di tanto, almeno non come ci si può
aspettare - ma principalmente per l'umanità che ci vive. Lasciamo
perdere i racconti che parlano di questa zona come di un inferno,
tuttavia i senzatetto, i poveracci, i disperati e i malati vagano
realmente per le vie del quartiere, nell'indifferenza generale,
all'ombra dei grattacieli del vicino distretto finanziario, dove il
denaro e la ricchezza scorrono senza alcun ritegno. Queste sono le
contraddizioni del paese, questa é la vera America, inutile
nascondersi e scandalizzarsi. Trovo invece che sia fondamentale
scoprire queste realtà, uscendo ovviamente dai normali percorsi
turistici, per comprendere meglio questo incredibile paese. Los
Angeles - e l'America - non é solo Hollywood, Beverly Hills, Malibù,
ma anche Skid Row, dove si consuma una quotidiana battaglia per la
sopravvivenza, ma dove puoi anche vedere l'opera concreta delle
missioni e dei volontari che si sbattono realmente per aiutare i
disperati. Anche questa é la vera America, nel bene e nel male. Come
detto anche in questa zona nessuno arreca disturbo ai passanti e gli
abitanti di Skid Row non oltrepassano mai i confini del quartiere,
rispettando il tacito accordo con il comune e la polizia di non
invadere il resto di Downtown. A Broadway, invece, succede qualcosa
in un parcheggio al coperto, come testimoniano le numerose volanti
del LAPD e i nastri che delimitano l'area del misfatto...Downtown
non é poi così sonnacchiosa! Girare per il "centro" é divertente, é
come scoprire un piccolo mondo a sè stante: il quartiere delle
gioiellerie, quello dei vestiti - c'é da farsi delle risate per gli
stracci che spacciano come "grandi firme"! - e dei giocattoli,
Pershing Square. Vaghiamo a lungo per Downtown, ovviamente ci
perdiamo e torniamo a Bunker Hill, poi usciamo verso Est per cercare
di raggiungere il Dodger Stadium, dal quale si gode una bella
vista della città. Il traffico sulle freeway é sempre molto intenso,
ci perdiamo ancora e finiamo anche ad Angelino Heights ed
Echo Park. Riusciamo a vedere la storica Union Station e
il Pueblo di Los Angeles. Lo stadio dei Dodgers invece é
chiuso al pubblico e così addio alla vista panoramica! Scendiamo
dalle colline lungo la Pasadena Freeway e costeggiamo ancora
Downtown prima di tornare verso la costa, direzione Santa Monica.
Sono appena le 18, la giornata non é affatto finita. Sull'Oceano é
ancora presente una fitta coltre di nebbia e la temperatura cala
drasticamente rispetto all'interno. Cazzeggiamo sul molo di Santa
Monica, il parco giochi é pieno di gente e ci facciamo un sacco di
risate, nonostante la tagliente aria fredda. Sulla spiaggia si
svolgono le celebrazioni per l'11 Settembre: decine di bandiere di
ogni parte del mondo ricordano la nazionalità dei tanti morti di
quel giorno terribile. Lasciamo il Pier e passeggiamo lungo la
Third Street Promenade, cercando invano di fare di shopping.
Stiamo bene e siamo sereni, cala l'oscurità e lasciamo Santa Monica
quando sono quasi alle 21, ovviamente digiuni - la nostra cena é un
frappé al Bellagio!. Dobbiamo raggiungere Valencia e le
montagne russe delle Six Flags Magic Mountains, a Nord di Los
Angeles. Per nostra fortuna il traffico della sera é scorrevole
sulla 405, varchiamo le Santa Monica Mts, attraversiamo la valle ed
arriviamo a Valencia con tutta calma. |
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