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11 Settembre 2008 - San Francisco
La lunga giornata precedente era terminata con l'arrivo in tarda
serata a San Francisco. Trovare l'albergo, il Cornell Hotel de
France lungo Bush street, non é stato facile: il traffico della
città é infernale, così come é un casino districarsi in un mare
di sensi unici. La stanchezza fortunatamente evita che la
situazione degeneri, una volta vista la scarsa qualità
dell'alloggio.Anche la cena frugale nella pizzeria "Uncle Vito's"
(un paisà!) non aiuta di certo...Qui degusto una "root beer",
una coca al gusto di chewingum!! orribile..ma pare che gli
Americani ne vadano matti! Il mattino seguente siamo pronti e
riposati per visitare la città; tanti sono i punti di interesse,
la maggior parte piuttosto ravvicinati. Il bello di San
Francisco é che sembra quasi vivibile, simile ad una città
europea. Gli albergatori ci lasciano senza colazione ma per
fortuna esiste Starbucks: la catena di caffé ci salverà più
volte la vita! L'unico pregio del nostro hotel é che si trova a
Nob Hill, vicino a quasi tutto; Chinatown e il Financial
district (dove ci sono i grattacieli della bank of America e la
Transamerica pyramid), ad esempio, sono davvero a due passi! Da
qui in poi il passo é breve per Columbus Avenue, arteria
principale di North Beach e del quartiere italiano, dove non
possiamo esismerci dal vedere il Café Trieste e la libreria City
Lights del poeta Ferlinghetti. |
Il Financial District visto dalla Coit Tower
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Nei caffé della zona, come ad esempio il
"Vesuvio", usavano ritrovarsi gli scrittori della beat generation,
nata sulla costa Orientale ma fiorita proprio qui. Oggi é un
tripudio di locali e ristoranti italiani, senza dimenticare la
storica gastronomia "Molinari", davvero ben fornita. La Daniela, con
orgoglio, proclama le sue origini al barman del Café Trieste,
sperando in una rimpatriata, ma rimane delusa dalla freddezza del
tipo..ovviamente é un giovane americano,che probabilmente non sa
nemmeno dove si trovi Trieste. Dopo un veloce acquisto in libreria
procediamo spediti verso la Coit Tower, non prima che uno
scarafaggio enorme (mai vista una roba simile!!) ci abbia camminato
tra i piedi...La città pare ne sia piena! La torre, situata sulla
cima della collina di Telegraph Hill, permette di avere una vista
fantastica a 360° della città e della baia. Da qui in alto,
guardando verso il mare, si possono vedere delle grosse macchie
scure al Pier 39: sono i leoni marini!! Siamo a mezzogiorno e la
nebbia del mattino si é ormai diradata, lasciando il posto ad un
caldo sole. Essendo in anticipo sulla tabella di marcia decidiamo di
andare ad Alcatraz nel pomeriggio.
Skyline di SF dal traghetto per Alcatraz
L'imbarco, al Pier 33, é giusto sotto la collina.
Per scendere prendiamo la ripida scalinata di Filbert Steps, una
bella passeggiata tra fiori colorati e verdi siepi, attraverso
alcune belle abitazioni sulle pendici della collina, Qualche matto
riesce pure a fare footing in salita su questi scalini..Tornati in
basso sostiamo nei giardini vicino a Levi's Plaza, una piazza bella
e pulita, insieme ad una marea di impiegati che consuma il pranzo
sulle panchine. Qui scopriamo il ristorante e bar italiano "Il
Fornaio", ottimo ed elegante, eppure a buon prezzo! Al Pier 33,
intanto, la fila per il tour ad Alcatraz é piuttosto lunga..La prima
crociera libera é alle 16. Poco male, perché per riempire il tempo
di cose ce ne sono in abbondanza! Subito ci dirigiamo al vicino Pier
39, il pontile dove risiedono numerosi leoni marini. Capisci di
essere arrivato vedendo la folla e sentendo il casino che fanno gli
animali. Sono a decine, stipati sulle piattafome galleggianti.
Alcuni invece sono sdraiati sulle passerelle che portano alle barche
ormeggiate nel porto. Un inserviente, che non riesce a passare, li
scaccia con uno spruzzo d'acqua..Le grosse e pigre bestie,
terrorizzate dal getto (hanno forse paura di bagnarsi??), si gettano
in acqua brontolando. Il rumore dei versi é incredibile, bisticciano
in continuazione tra loro per farsi posto e dormire più comodamente.
Così saltando uno sopra l'altro capita che qualcuno si arrabbi e
nasca una discussione..Non fanno praticamente altro!!
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Divertiti da queste scene continuiamo la
camminata lungo il Fisherman's wharf, il caratteristico lungo
mare, pieno di negozietti di paccottaglia per turisti e di
locali. In breve arriviamo sino a Ghirardelli square, bella
piazza dove si trova l'omonima ex fabbrica di cioccolato. Da qui
parte anche uno dei cable car, che si arrampica lungo la ripida
Hyde street. Salendo per questa strada si incrocia Lombard
street proprio nel suo famoso tratto tortuoso tra i fiori.Abbiamo
ancora tempo per vederla ma non abbastanza per fare la
chilometrica fila per il tram...dobbiamo salire a piedi! La
distanza in realtà é breve ma la pendenza ti taglia davvero le
gambe!! Con gran fatica arriviamo e,oltre alla suddetta strada
con i tornanti, possiamo godere di un'ottima vista su Alcatraz,
sui grattacieli e su Telegraph Hill. La visita a Lombard street
non tradisce le attese, nonostante la presenza di numerosi (e
rumorosi..) turisti. Qualche fenomeno in automobile, nonostante
gli avvertimenti, rimane bloccato tra i tornanti e riesce a
liberarsi con fatica. Intanto sono le 15 passate ed é ora di
incamminarsi verso il molo. Ovviamente c'é coda per l'imbarco e
dobbiamo pure metterci in posa per la foto ricordo: un addetto
ci invita gentilmente a piazzarci davanti ad un poster
dell'isola, quindi scatta la foto. Il prezioso scatto verrà poi
esposto e messo in vendita alla fine della visita, al modico
prezzo di 15$. C'é pure una grosso bodyguard che controlla
eventuali furti... |
La nostra camminata per San Francisco |
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Il viaggio per l'isola é piuttosto breve e permette di godere di una
splendida vista dello skyline della città, nonostante i forti venti
che sferzano la baia non ti invoglino a stare sul ponte. La visita
al carcere é interessante e ben organizzata lungo un percorso a
tappe, con l'aiuto dell'auricolare con la traduzione in italiano del
commento della guida. Non tutto risale ai tempi in cui l'isola era
un carcere di massima sicurezza e troppe sono le leggende sul luogo,
ma il fascino sinistro della prigione si avverte lo stesso.
Coloiscono soprattutto i racconti sulle evasioni e sull'area
dell'isolamento. Dopo un paio d'ore siamo di nuovo a terra e con
calma torniamo in albergo. Abbiamo voglia di una cena "normale",
all'italiana, e se non qui dove altro possiamo farla?? I numerosi
ristoranti su Columbus Avenue sanno di trappola lontano un miglio,
con i nostri compaesani sulla soglia che ti incitano ad entrare...Quindi
sfidando il traffico e nonostante la propensione a perderci
decidiamo di andare a "Il Fornaio" dove avevamo pranzato. Si
rivelerà davvero un'ottima scelta!! (a parte una strada contromano
infilata per sbaglio...sono stato ripreso pure da un matto che,alla
vista dell' infrazione,mi ha gridato di tutto brandendo la sua
stampella come fosse una spada!) |
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