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12 Settembre 2008 - San Francisco
La stanchezza di una giornata lungo i saliscendi della città,
seppur mitigata dall'ottima cena al "Fornaio", si era fatta
sentire e così siamo crollati appena appoggiati al letto. Un
bene, vista la deprimente qualità della camera. In particolare
non dimenticheremo facilmente l'odore nauseante che stagnava,
qualcosa di simile al legno umido, che sentiremo anche in alcuni
ambienti a Los Angeles. Comunque sia il mattino é come di norma
nuvoloso, ma purtroppo il cielo rimarrà coperto sino al primo
pomeriggio, proprio quando lasceremo la città. Il programma
prevede la visita ad Alamo Square, con la famosa schiera di
villette vittoriane, e il Golden Gate. La piazza é lontana per
arrivarci a piedi e quindi abbiamo l'occasione di prendere prima
il cable car sino a Market Street, poi l'autobus. Il tram é
chiaramente un'esperienza divertente e caratteristica, seppur
breve. Possiamo cogliere, come in tutta la vacanza, la
cordialità degli americani (sempre gentili,almeno sino a quando
non ti sparano...): essendo due sprovveduti, ci perdiamo spesso
ma per fortuna tutti si mostrano sempre disponibili ad aiutarci.
Magari al primo impatto rimangono un pò stupiti, poi si
interessano e capita pure di scambiare quattro chiacchiere. |
Vista da Alamo Square
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Ad esempio una simpatica donna di colore, nei
pressi di Japan Town, vedendoci disorientati alla fermata del bus,
ci spiega come tornare agilmente all'albergo, raccomandandosi di
essere prudenti in quella zona (giravo con la macchina fotografica
in bella vista) e canzonandomi per il mio improponibile inglese! I
servizi pubblici della città funzionano perfettamente e in breve
siamo ad Alamo Square, dove ovviamente non mancano i turisti. La
piazza é in realtà un bel parco, attorno al quale ci sono alcune
colorate abitazioni in stile vittoriano (originarie dei primi del
'900) con i grattacieli del financial district come sfondo.
Le abitazioni in stile Vittoriano ad Alamo
Square
Ad un tratto,mentre giriamo per il parco, salta
fuori un piccolo cane, simile ad un barboncino, che ci regala un
sogno esibendo orgoglioso la spilla OBAMA che la padrona ha piazzato
sul suo pelo!! Stupendo, ma non ho il coraggio di chiedere la foto..peccato,
non mi sarebbe stata certo negata! Qui tutti esibiscono con orgoglio
il proprio credo politico con poster alle finestre, spille, adesivi,
senza alcun timore.Naturalmente la California é a grande maggioranza
democratica come ci si aspetta...Terminata la visita ad Alamo Square
riprendiamo il bus su Fillmore street (gli autobus sono un piccolo
universo con esponenti di tutta l'umanità della città, dai
senzatetto agli impiegati) e recuperiamo l'auto. Ci immergiamo nel
traffico infernale di Mezzogiorno e in qualche modo arriviamo vivi
al Golden gate. Nonostante il grigio della giornata e la lieve
foschia il ponte é impressionante. Non resisto,devo guidare e
attraversarlo.Tutto è come immaginavo, immenso, l'altezza é da
vertigini.
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Le acque della baia, sempre agitate e
tormentate dal freddo vento, sono sorprendentemente azzurre. Si
capisce perché non é un semplice ponte, ma un vero e proprio
simbolo della città! Sarebbe piacevole passeggiare lungo il
parco della Golden Gate Recreation Area, ma la giornata non é
davvero delle migliori...Inoltre é ormai pomeriggio e dobbiamo
attraversare la città per prendere l'altro ponte, il monumentale
Bay Bridge, per attraversare la baia e dirigerci verso lo
Yosemite. Lasciamo quindi San Francisco proprio quando le nuvole
si diradano e compare un sole magnifico, mentre guidiamo lungo
le strade intasate dal traffico e con nostalgia rivolgiamo un
ultimo saluto alla città. La strada per Mariposa, piccolo paese
alle porte dello Yosemite (40km dall'ingresso Ovest, 270km da
San Francisco), riflette tutta la varietà del paesaggio
Californiano: secche e polverose pianure si alternano a dolci
colline, seguite da montagne che si aprono su ampie e verdi
valli. Per l'unica volta nella nostra vacanza troviamo una coda
lungo l'highway 580, da Dublin sino a Tracy. Evidentemente le 6
corsie non sono sufficienti a smaltire il traffico del Venerdì
sera...Dopo Tracy le cose si sistemano, prendiamo la 120 e poi
la 99 sino a Merced, dove sostiamo nel parcheggio di un
supermercato. In teoria avvicinandosi alla Sierra Nevada ti
aspetteresti le montagne, invece sembra di essere in Messico
visti gli abitanti e le baracche in mezzo alla polvere dove
vivono. |
Il Golden Gate Bridge |
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Il sole é al tramonto ma fa ugualmente un caldo infernale.Ora siamo
lungo la 40 e per un pezzo lo scenario non cambia, nemmeno un
albero, sinché improvvisamente iniziano le colture di frutta e, con
le colline, gli sterminati pascoli pieni di mucche. E' calato il
buio e si inizia a salire, sotto un magnifico cielo stellato e una
grande luminosa luna. Adesso il paesaggio che ci circonda é
splendido,con verdi colline e pascoli alla infinito, nessun segno di
vita (tranne le mucche), pace e silenzio. Alla radio, un pò di buon
country-rock rende tutto perfetto. Arriviamo in scioltezza a
Mariposa appena dopo le 20, il paese é piccolo ma molto carino e
pieno di vita, l'albergo (il Mariposa Lodge) fantastico. Ci viene
data una camera spaziosa e pulita. Tranquilli e sereni possiamo
andare a cenare in un ottimo ristorante messicano,con la compagnia
di una gattina locale con cui dividerò il mio enorme Burrito. |
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