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13 Settembre 2010 - Griffith Park,
Westwood, Beverly Hills La mattina di
Lunedì 13 Settembre ci alziamo in tutta calma e tranquillità,
dopo una riposante notte di sonno nella nostra confortevole
stanza al Beverly Garland Holiday Inn. L'albergo, per l'ennesima
volta, non delude le aspettative; del resto, dopo i soggiorni
nei due anni precedenti, é ormai una certezza. La scelta di
pernottare qui per tre notti consecutive si rivelerà poi di
fondamentale importanza per goderci al meglio il nostro
soggiorno a Los Angeles; pulizia e accoglienza sono
indiscutibili, la posizione é comoda per gli spostamenti
previsti ma soprattutto non dover cambiare dimora ogni sera
significa non perdere tempo in ulteriori movimenti ed evitare lo
stress causato dal non sapere cosa ti aspetta in un nuovo
albergo...In qualsiasi vacanza - in particolare in una città
come questa dove gli standard alberghieri sono molto vari - il
rischio di prendersi una grossa fregatura c'é sempre e nel
nostro caso é più che sufficiente a rovinarci una serata,
intolleranti come siamo allo scarso igiene. Questa volta nessuna
sorpresa quindi e pazienza se il nostro hotel non é propriamente
economico, conoscendoci é meglio spendere qualche dollaro in più
che finire a litigare per la tensione! E' un caldo, soleggiato
mattina di Settembre quando, dopo una rapida colazione da
Starbucks, prendiamo la 101 direzione Sud per raggiungere
Griffith Park, prima meta del nostro programma. La Hollywood
freeway é insospettabilmente tranquilla questa mattina, ma del
resto l'orario di punta del traffico é passato, dopo le 10 si
viaggia in scioltezza. L'aria é calda ma ancora sopportabile,
anzi devo dire che si sta proprio bene. Per il nostro bene si è
deciso che in questi giorni sarà la Daniela a guidare per le
strade di Los Angeles, dimostrando veramente una grande abilità
e sicurezza nel destreggiarsi nell'inferno della città degli
angeli. Mai scelta fu più azzeccata: i mie nervi non avrebbero
retto lo stress ed io potrò comodamente godermi da passeggero -
in una prospettiva che non mi é familiare - le nostre
scorribande per la città. |
Downtown L.A. vista da Griffith Park
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Arriviamo alle soglie di Griffith Park dopo aver
attraversato la bella area residenziale ai piedi del parco, una
piacevole sorpresa che testimonia come questa città sia molto
sottovalutata: le zone verdi e tranquille, dove sarebbe un sogno
vivere, non mancano assolutamente. Grandi villette monofamiliari
svettano dietro siepi fiorite, ciascuna con il proprio giardinetto
privato, tirato a lucido nel più classico stile americano. Alle loro
spalle le dolci brulle colline, dove si snoda un intricato labirinto
di sentieri vero paradiso degli amanti del trekking. Da qui la
strada inizia a salire e in breve si arriva all'osservatorio
astronomico. Parcheggiamo, scendiamo con in mano ancora il nostro
frapuccino e ci godiamo la splendida vista di Los Angeles e delle
Hollywood Hills. Lo sguardo spazia da Est a Ovest, dai grattacieli
di Downtown - immersi nella foschia del mattino - alla lontana
Century City, passando per Hollywood e Beverly Hills. L'Oceano,
distante più di 30Km, si fatica a vedere. Alle nostre spalle, sotto
un bel cielo azzurro limpido, il Mount Lee e l'Hollywood Sign. Nel
piazzale dell'osservatorio, intanto, operai di MTV smontano il set
di un video o chissà cos'altro...La passeggiata é piacevole ma
decidiamo di procedere oltre alla ricerca di uno dei maneggi
all'interno del parco; vorremmo infatti concederci un giro a cavallo
ma dopo esserci persi ed aver vagato a lungo li troveremo chiusi
causa ristrutturazione...Nulla di male, il nostro tour per Griffith
Park é stato piacevole egualmente, abbiamo scoperto alcuni angoli
interessanti dove sarebbe stato bello fermarsi magari per un picnic.
Il tempo speso in giro per il parco - che é enorme - é stato
fruttuoso, permettendomi di rivalutarlo alla grande dopo l'assaggio
dell'anno passato. Bisogna anche dire che la volta precedente ci
fermammo a riposare nella prima aiuola che trovammo, tra senza tetto
e feci di cane...Dopo averlo visto meglio il ricordo é senza dubbio
gradevole, anche se a scanso di equivoci é bene sottolineare che non
ha nulla a che fare con un parco cittadino "convenzionale" alla
Central park o come quelli nelle nostre città. Trattasi di una vasta
area sulle colline, piuttosto selvaggia e senza grandi strutture
ricettive, una sorta di piccolo parco nazionale in scala ridotta,
dove la vera attrattiva sono le escursioni, a piedi o a cavallo.
Certamente non mancano le aree picnic e i prati, insieme agli
immancabili campi da golf, lo zoo - di grande interesse per i
bambini, il Greek Theathre - con i suoi concerti una mecca per gli
amanti della musica all'aperto.
Vista di Hollywood e Century City
Una volta lasciato Griffith Park tentiamo di dare
un'occhiata alla vicina Pasadena ma, come nostro solito, riusciamo a
perderci. Dopo aver vagato inutilmente nella zona di Glendale
decidiamo di proseguire oltre, per non perdere tempo prezioso. Tra
l'altro é già ora di pranzo e la fame si fa sentire! La nostra idea
é di cibarci da Stand's nel Westwood Village, esattamente come
l'anno passato. Non ci resta che prendere la Pasadena Fwy, scendere
a Sud costeggiando il Dodger Stadium e Downtown, entrare nella Santa
Monica Fwy, percorrere un breve tratto della San Diego Fwy ed uscire
infine sul Wilshire Blvd. Il traffico é ovviamente intenso - come
sempre - ma sufficientemente scorrevole da arrivare a Westwood in
circa venti minuti. Il village é un bel quartiere pulito e ordinato,
pieno di vita grazie ai tanti studenti dell'UCLA che soggiornano
qui, oltre ai tanti uffici e negozi sparsi intorno al Wilshire e al
Westwood blvd. In questo periodo, con l'anno universitario alle
porte, é un continuo movimento di nuovi arrivi o di ritorni alle
proprie abitazioni dopo un'estate di vacanza. I locali interessanti
non mancano e a quest'ora sono pieni di impiegati in pausa pranzo.
Per quanto ci riguardo sostiamo da Stand's per un bel veggie burger
e un Downtown L.A. Hot dog, accompagnati da patatine e coca cola a
fiumi - il free refill é una vera manna!! Il pranzo non é certamente
quanto più di leggero e salutare vi sia, in perfetto stile
americano! Siamo pieni, decidiamo di prenderci un paio d'ore di
relax nei bellissimi giardini dell'UCLA. Non sembra nemmeno
un'università, piuttosto un parco. La giornata é splendida,
distendersi sul prato sotto il sole e cullati da una leggera brezza
é veramente piacevole. Intorno a noi é un continuo rincorrersi di
scoiattoli. Un paio d'ore dopo veniamo bruscamente richiamati alla
realtà dalla urla di alcuni marine che, nel piazzale davanti a noi,
incontrano alcune matricole probabilmente interessate alla carriera
militare. Questa specie di incontro dimostrativo é qualcosa di
surreale, che dimostra tutta la folle maniacalità della disciplina
militare: i ragazzi sono letteralmente trattati a pesci in faccia
mentre tentano di apprendere il giusto modo di marciare intorno al
perimetro della piazza!! Io e la Dani siamo decisamente intolleranti
al "fascino" della divisa, così lasciamo il nostro amato prato e ci
lanciamo in un lungo - ma infruttuoso - tentativo di shopping nello
store dell'università. Lasciamo l'UCLA a mani vuote, quando sono le
17 passate. Adesso non abbiamo un programma preciso, tornare a Santa
Monica non avrebbe senso, dato che la conosciamo sin troppo bene.
Pensandoci sopra un attimo, la vicina Beverly Hills non l'abbiamo
mai esplorata bene, quindi perché non andarci ora? Detto fatto,
lasciamo Westwood - non prima di avere finalmente acquistato il mio
portachiavi di MR POTATO!!! - e in un attimo siamo nel quartiere più
famoso della città , il cui solo nome porta alla mente sogni di
ricchezze e benessere.
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L'area di Beverly Hills, se visitata con lo
spirito giusto, é in realtà una passeggiata veramente piacevole.
Se mettiamo da parte la sua fama e non ci aspettiamo di
incontrare stelle del cinema, ville da sogno, ricchezza
grondante, scopriremo invece un bel quartiere residenziale
immerso nel verde e nella tranquillità. La zona é un fitto
intreccio di stradine su cui si affacciano villette
monofamiliari più o meno danarose - ma tutte molto belle -
circondate da prati perfettamente tenuti e siepi fiorite. Alte e
imponenti palme ai lati della strada dominano il quartiere,
incastonato tra il tortuoso Sunset Blvd e l'anonimo Beverly blvd.
Il civic center, con le sedi della biblioteca, della polizia e
dei pompieri, sembra quasi un'opera d'arte, simbolo del
benessere dei residenti locali. E' però doveroso sottolineare
che tale ricchezza non é poi così ostentata, a differenza di
quanto ci si potrebbe aspettare. Per questo motivo sostengo che
in un certo senso é come passeggiare in un "normale" quartiere
residenziale. Alle 18, con il sole prossimo a calare, la famosa
- e bella, bisogna dirlo - Rodeo Drive é quasi deserta.
Le boutique iniziano a chiudere e in giro rimangono solo i
turisti come noi, attratti dal fascino di questo nome come
mosche attratte dal miele. La strada é una tipica "via dello
shopping" come c'é in ogni grande città; la parte più
interessante - a suo modo "caratteristica"- é intorno alla
scalinata, da cui parte la propriamente detta "Via Rodeo", dove
si affaccia Tiffany & Co per intenderci. Questo piccolo tratto
ha effettivamente il suo fascino!! Tirchi come siamo rinunciamo
a concederci un aperitivo in un localino su Rodeo Drive, salvo
poi recriminare sulla nostra scelta dopo aver saputo che i
prezzi erano tutt'altro che folli come temevamo, anzi molto
accessibili, normali. Un vero peccato, sarebbe stato piacevole
sorseggiare in relax un drink, seduti comodamente, al tramonto.
Recuperata l'automobile - da sottolineare il parcheggio gratuito
a Beverly Hills - giriamo a lungo per il quartiere, nelle vie
più nascoste, scoprendo angoli veramente belli. Vivere qui non
sarebbe affatto male!! |
Welcome! |
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Lasciamo Beverly Hills all'ora di cena, quando ormai é calata
l'oscurità. Questa sera andiamo sul sicuro, ceniamo da Il Fornaio a
Santa Monica. Dopo esserci nutriti, essendo ancora in buone forze,
decidiamo di dare un'occhiata notturna a Downtown. Prendiamo la I10
e arriviamo in "centro" accolti dalle luci dei grattacieli. Questa
inattesa escursione, gestita magistralmente dalla Daniela, sarà
un'esperienza veramente interessante!! I "bassifondi" di Los Angeles
- Skid Row - sono una vasta area di Downtown compresa tra la
3° strada (a Nord), la 7° (a Sud), Alameda St (a Est) e Main St (a
Ovest). I grattacieli, gli uffici, le banche del centro distano solo
pochi isolati eppure, oltrepassando l'immaginario confine costituito
dalla 3° strada, sembra di trovarsi davvero in un altro mondo. Già
alcuni giorni prima ci era capitato di gironzolare da queste parti,
al pomeriggio, quando gran parte della poverissima popolazione
locale - costituita da migliaia di homeless - assediava le strade di
Skid Row. Seppure la fama del quartiere vada ben oltre la realtà -
certamente povertà e disperazione dilagano ma nessuno ci ha mai solo
considerato, figuriamoci disturbato - l'impatto é davvero molto
forte. La prima sensazione é di trovarsi in un film, perché a
pensarci bene purtroppo ci sono familiari le immagini di vagabondi
cenciosi che si trascinano per le strade, con i carrelli stipati
dei propri miseri averi, circondati da palazzi fatiscenti, nella
sporcizia delle strade. Se già una visita diurna é sconvolgente,
figurarsi un passaggio notturno!!Quando arriviamo - poco prima delle
22 - Il quartiere é avvolto nell'oscurità e nel silenzio totale,
nessun uomo, nessuna automobile si aggira per le vie deserte e
polverose dei bassifondi. I palazzi sembrano disabitati, e
probabilmente lo sono; non c'é una luce alle finestre. Incrociamo
solo un autobus pubblico, che raccoglie un paio di ragazzi solitari.
Siamo l'unica automobile - per giunta di turisti eccitati - che si
aggira per Skid Row. Facile riconoscerci per semplici curiosi e
questo mi manda in paranoia. Mi sembra una classica immagine
preludio ad un assalto di qualche rapinatore...Non penso sia la cosa
migliore farci vedere in giro con la nostra bella auto a noleggio,
la macchina fotografica in mano e il sorriso stampato sulla faccia
per la sorpresa. Per noi effettivamente sembra solo di essere in un
film, ma questa é la realtà di migliaia di poveracci, per i quali
questo non é affatto un gioco. Preferirei portargli un maggiore
rispetto ed inizio davvero a farmela sotto. In realtà , anche quando
arriviamo nella zona delle missioni dove si incontrano maggiori
segni di vita, nessuno mai ci degnerà anche solo di uno sguardo.
Qui, nel cuore di Skid Row, ogni notte i marciapiedi si riempiono di
decine di piccole tende a igloo, nonostante già in passato il comune
avesse proibito il "campeggio" lungo le strade della città. Oggi,
considerato l'enorme numero di senzatetto e la carenza di strutture
ricettive, é concesso l'accampamento per strada dolo di notte. Alle
prime luci del mattino, le tende devono sparire. E' veramente
impressionate questa sorta di accampamento all'aperto, soprattutto
se si considera che questi individui non stanno giocando ai boy
scout ma vivono davvero così. Chi non può permettersi nemmeno il
riparo di una piccola tenda deve accontentarsi di stendersi sul
freddo selciato. Le missioni sono in piena attività lavorativa -
volontaria - cerando di assistere quante più persone possibile, si
tratti solo di cibo o di bevande. In un angolo qualcuno tiene un
sermone o una messa; gli interessati ascoltatori siedono numerosi
attorno a lui. Si vede anche qualche pattuglia del LAPD vigilare
discretamente, senza dare nell'occhio. Siamo vicini al confine Nord
di Skid Row, la zona é decisamente animata. Incrociamo nuovamente
l'Hotel Baltimore - da non confondersi con il vicino e lussuoso
Biltimore!! - che é un qualcosa di spettacolare: la tipica topaia
rifugio di delinquenti, tossici e prostitute, un edificio
fatiscente, con l'insegna luminosa dove almeno un paio di lettere
non funzionano; alcune finestre sono a pezzi, chiuse alla buona
utilizzando del legno e del cartone; nella lobby, illuminata da una
fredda luce al neon, qualcuno si serve ai distributori automatici,
nell'indifferenza del gestore, intento nella lettura dietro al
bancone; fuori, sulla soglia dell'ingresso, qualcuno é semplicemente
seduto sul marciapiede. Davanti a noi, dolo a poche centinaia di
metri di distanza,lontani dalla povertà e dalle disperazione, gli
alti grattacieli di Bunker Hill svettano imperiosi. Quando varchiamo
di nuovo il confine della 3° strada e facciamo ritorno al quartiere
finanziario, sembra di tornare alla normalità. Le strade sono
pulite, illuminate, ordinate. Le auto e i taxi scorrono. L'altro
mondo é appena al di là di una strada ma finché non osa oltrepassare
questo limite - sorta di tacito accordo per cui la polizia e il
comune si limitano ad osservare la situazione - va tutto bene. Ma
prima o poi la questione dovrà essere affrontata, quando non sarà
sufficiente relegare gli homeless in un quartiere, sperando che
stiano buoni e confidando solo nell'aiuto delle missioni. Lasciamo
Downtown, eccitati da un'esperienza necessaria per comprendere
meglio una realtà così complessa com'é Los Angeles e la società
americana in generale. Prima di fare ritorno alla nostra
confortevole stanza deviamo sulla Mullholland Drive, giusto
il tempo di goderci una magnifica vista della città, una enorme
distesa di luci ai piedi delle colline. Non siamo i soli, del resto
la vista é famosa, ci sono anche parecchi aspiranti fotografi ben
attrezzati per scattare una delle istantanee più belle di Downtown.
Pochi minuti dopo, mi appresterò ad addormentarmi con questa bella
immagine ancora negli occhi |
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