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14 Settembre 2010 - Manhattan
Beach, Warner Bros Studios, Hollywood
La giornata che quest'oggi ci apprestiamo a vivere a Los Angeles
si prospetta molto interessante: il mattino sarà dedicato al
bagno nell'Oceano, mentre al pomeriggio tenteremo per la seconda
di volta di assistere alle registrazioni di una sit com. Un
programma semplice ma ambizioso! Siamo freschi e riposati quando
ci alziamo di buon'ora, pronti ad una veloce sosta da Starbucks,
giusto il tempo di procacciarci una colazione tipicamente
americana a base di frapuccino e coffee cake. Il sole, caldo,
splende sulla Città degli Angeli. Entriamo sulla Hollywood
Freeway in pieno orario di punta, alle 9.30 del mattino, quando
il traffico é terribilmente intenso. La nostra lontana
destinazione é Manhattan Beach, poche miglia a Sud dell' LAX.
Sebbene la fitta rete di autostrade renda possibile raggiungere
"comodamente" qualsiasi angolo della città il traffico e la
distanza rendono complicata la scelta su come muoverci:
procedere verso Downtown e virare a Sud-Ovest potrebbe essere la
via più breve, ma temiamo il pericolo di rimanere prigionieri
della coda verso il "centro"; in alternativa si potrebbe salire
A Nord verso la Valle, prendere la Ventura Freeway e scendere a
Sud incrociando la 405, allungando così la distanza percorsa ma
sperando che il traffico in direzione opposta Downtown sia meno
terribile. Alla fine opterò per la seconda possibilità ma
sinceramente, ancora oggi non ho capito quale fosse la scelta
migliore...Forse la cosa più giusta era rassegnarsi al traffico
- infernale ovunque - e prendere la via più breve per l'Oceano.
Invece ho cercato di fare il ganzo scegliendo la strada più
lunga ed ugualmente intasata: non posso certo dire che la coda
di veicoli in uscita da L.A. più ridotta di quella in ingresso...Già
il breve tratto della 101 che percorriamo é pericolosamente
congestionato, al punto che mi riesce impossibile pensare di
raggiungere lo svincolo per la 405...siamo prigionieri sulla
freeway, praticamente fermi immobili. In un lampo di follia
decido di abbondanare l'autostrada e di giocarmi la carta della
strada normale, scendendo a Sud lungo il Sepulveda Boulevard ma
purtroppo lo stato del traffico non é migliore, anzi: il
boulevard é una delle arterie principali della città e i lavori
stradali lungo il suo percorso rendono lentissima la marcia. |
Ciambelle!!
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In definitiva, partendo dalla Studio City dove
alloggiamo, per valicare le Santa Monica Mountains impieghiamo
un'ora. Fortunatamente - e misteriosamnete - dal Getty Center in poi
la colonna di automobili sembra smaltirsi e il traffico sulla 405
diventa scorrevole. Rientriamo al volo sulla freeway e in pochi
minuti siamo a Inglewood; sulle nostre teste é un continuo passaggio
di boeing diretti o provenienti dal Los Angeles International
Airport, poi d'un tratto una gigantesca ciambella marrone compare
accanto alla carreggiata: trattasi del famoso "chiosco" di ciambelle
"Randy's Donuts", definito da wikipedia come "Randy's is a landmark
in Inglewood"!! Viaggi sulla 405 e d'un tratto appare questa
ciambella gigante; esci dall'autostrada, parcheggi e l'odore di
fritto già ti assale. Dal forno di Randy escono decine di ciambelle
economiche, unte e bisunte, dai gusti più vari, piccole o giganti,
tutte indigeribili eppure così invitanti! Scorriamo estasiati il
listino mentre altri avventori ritirano frettolosi il proprio
sacchetto al take away. Sappiamo bene, soprattutto la Daniela, che
digerire i donuts sarà difficile ma un volta qui é impossibile non
assaggiarli, così ce ne concediamo un paio a testa, dalla classica
ciambella allo zucchero al donuts strong chocolate. Ritiriamo il
nostro sacchetto di carta bello unto e scambiamo anche due
chiacchiere con il vecchio Randy, amante del nostro paese che ha già
in visitato in passato e che lo accoglierà di nuovo nelle sue
prossime ferie. Consumiamo avidamente le ciambelle in auto, nel
breve tragitto che da Inglewood porta a Manhattan Beach. Certo,
andare in spiaggia per un bagno nel freddo Oceano con delle
ciambelle fritte sullo stomaco non é la cosa migliore.. Parcheggiamo
praticamente sulla spiaggia, al termine della discesa che porta al
pier e all'Oceano. Nonostante la bella giornata di sole in spiaggia
c'é poca gente. Soffia anche una fresca brezza, utile a rendere
sopportabile l'afa di Los Angeles. Si sta bene e così, visto che
anche la digestione dei donuts si fa sentire, ci appisoliamo.
Manhattan Beach
Rilassarsi in spiaggia é piacevole ma l'aria
fresca inganna: il sole di mezzogiorno picchia forte e già rischio
l'insolazione! Considerato anche l'orario, decidiamo che il tempo
del riposo é finito e che é ormai giunto il momento di sfidare le
gelide , azzurre acque del Pacifico. Sappiamo bene che l'Oceano é
troppo freddo e agitato per affrontarlo coperti da un misero
costume, ma il bagno é un appuntamento imprescindibile. Siamo
veramente in pochi impavidi a sfidare la violenza delle onde, ma non
siamo così folli da rischiare una congestione, quindi starnazziamo
in mare giusto una manciata di minuti. Più che sufficienti per
divertirci e quasi congelarci!! Restiamo ancora in spiaggia il tempo
di lavarci il sale di dosso nelle docce pubbliche e di asciugarci
velocemente al sole. Infine ci cambiamo rapidamente e salutiamo
Manhattan, non prima di una breve passeggiata sul Pier e di aver
gustato un topless generoso e abbondante. Evento raro, perché é bene
ricordare l'estrema pudicità degli americani, per i quali é
assolutamente inconcepibile - e vietata - qualsiasi forma di nudità
in un luogo pubblico. Prima di risalire in auto, lancio un'ultima
occhiata malinconica all'Oceano azzurro e a quel bel seno esposto in
maniera così generosa! Frattanto, la nostra tabella di marcia
giornaliera procede inaspettatamente precisa. Prima di tornare nella
valle, a Burbank , abbiamo tempo per pranzare con gran calma. Ci
accontentiamo - si fa per dire - dei fantastici sandwich che lo chef
de "Il Fornaio" a Manhattan prepara apposta per noi, sempre con
grande cura e gentilezza, come già accaduto un paio di giorni prima.
Ormai non abbiamo più inibizioni a presentarci in un ristorante per
chiedere un panino, gli americani sono sempre molto disponibili per
richieste del genere, non si sconvolgono assolutamente. Anzi,
l'estrema cura e attenzione con cui veniamo accolti denotano
veramente un'educazione - almeno in questi ambiti - a noi
sconosciuta. Impossibile non fantasticare su come sarebbe stato
accolto - e truffato - un turista straniero, con una richiesta
simile, in un ristorante italiano. Una volta divorati i panini
riprendiamo la marcia lungo la 405 direzione Nord. Il traffico del
dopo pranzo é sostenuto come sempre ma particolarmente scorrevole,
così valichiamo in fretta le Santa Monica Mountains ed entriamo
tranquillamente nella Valle arsa dal sole. A riprova di come tutto
quest'anno proceda alla grande e senza intoppi, raggiungiamo i
Warner Bros Studio's in tutta tranquillità, evitando persino di
perderci per Burbank. Non tutto é ancora deciso ovviamente, perché
pur disponendo della prenotazione internet non é detto che passeremo
l'accettazione, memori dell'esperienza dell'anno passato, quando
ormai sicuri di esserci fummo i primi scartati. Ancora oggi mi
chiedo come nonostante la loro organizzazione meticolosa gli Studios
distribuiscano prenotazioni generose che superano di gran lunga la
capacità dei teatri di registrazione. Per questo motivo, quando
raggiungiamo la breve coda di spettatori trepidanti come noi, non
siamo del tutto sereni. Tuttavia il sistema della Warner si rivelerà
ben più preciso e meticoloso - oltre che più accogliente - di quello
della CBS che ci rifiutò l'anno passato.
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Con il passare dei minuti, cresce la coda
degli aspiranti eletti destinati ad assistere alla registrazione
della nuova sit com Shit My Dad Says!, di cui ignoriamo
qualsiasi cosa tranne che il protagonista sia William Shatner -
chi non lo ricorda in Star Trek e Hooker? - e che fosse l'unica
serie per la quale siamo riusciti a prenotarci. Il nostro sogno
proibito era di infilarci alla registrazione di The Big Bang
Theory ma sapevamo che sarebbe stato impossibile, considerato
quanto sia seguita questa serie. Nonostante prima della partenza
avessimo fatto su internet la punta quotidiana all'apertura
delle prenotazioni, la disponibilità era stata esaurita in un
lampo. Adesso, proprio davanti a noi, una coda lunghissima di
centinaia di persone ci ricorda questa fregatura: quello stesso
pomeriggio e praticamente alla stessa ora era prevista la
registrazione di The Big Bang Theory. A questo punto non ci
resta altro che osservare invidiosi questa moltitudine di
persone in colonna, che sembrava accampate qui da ore, stanche e
accaldate, provviste di abbondanti scorte di cibo e bevande per
sopravvivere alla lunga attesa. Tuttavia per conto nostro
sarebbe già stato più che soddisfacente essere accettati alla
registrazione della nostra sitcom e così, quando il rigido
servizio d'ordine si mette in moto, entriamo in fibrillazione.
Siamo in ottima posizione nella coda ma non sappiamo quante
persone possano occupare lo studio. Una delle addette,
accompagnata da una vigilante, ritira il nostro voucher e ci
timbra la mano con un logo della Warner leggibile solo con una
lampada al neon. Intanto i primi della coda vengono accompagnati
al di là della strada, verso i "teatri" veri e propri. Il
secondo gruppo a mettersi in moto é il nostro; passiamo il
controllo d'ingresso al metal detector e ritorniamo
diligentemente in colonna fuori dallo studio. |
Warner Bros Studios - Burbank |
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Siamo speranzosi ma la faccenda non é ancora finita, anzi.
Attendiamo in piedi e sotto il sole, che tutte le altre persone in
attesa alla pre-selezione ci raggiungano. Nessuno pare venga
scartato. Durante la lunga attesa fraternizziamo con un simpatico
uomo, mezzo matto, che dovrebbe venire in Italia in un prossimo
futuro. Sinceramente non sembra molto a posto, tra un discorso
sconclusionato e l'altro sogna un traffico di auto di lusso
dall'Africa agli States attraverso l' Italia... In piedi sotto al
sole si crepa dal caldo ma ad aver saputo quello che ci aspettava
all'interno dello studio non ci avrei più sputato sopra alla
calura!! Finalmente la colonna riprende a muoversi e, sempre alla
spicciolata, entriamo nel "teatro", dove ci accoglie un altro
controllo al metal detector - per rilevare la presenza di eventuali
macchine fotografiche o telecamere. Passata anche quest' ultima
formalità veniamo infine scortati ai nostri posti, proprio davanti
al set...sembra impossibile ma ce l'abbiamo fatta!! Ancora quasi non
ci crediamo...lo studio é un enorme capannone, occupato solo in
minima parte dalla tribuna per l'audience e dal set vero e proprio,
che é anzi piuttosto piccolo, nonostante siano ricreati 4 o 5
ambienti diversi: l'ingresso di un'abitazione, un salotto, la
cucina, una camera ardente...uno di fianco all'altro, minuscoli
ambienti allestiti minuziosamente . Mentre lentamente tutto il
pubblico raggiunge lo studio, sul set é un continuo movimento di
persone, di operai che sistemano le luci, i dettagli. Manca ancora
un'ora abbondante all'inizio della registrazione, prevista per le
18. Finalmente iniziamo a calmarci e sentiamo per la prima volta la
temperatura POLARE all'interno dello studio. In teoria dovevamo
essere pronti a questa eventualità - su internet é ben spiegato che
le luci del set scaldano molto e che l'aria condizionata é sparata a
manetta per rinfrescare l'ambiente - ma felpa e giubbotto di jeans
si riveleranno decisamente insufficienti, considerando che la
registrazione di una singola puntata di circa 20 minuti può
richiedere anche 4 ore!! Tempi che nella realtà saranno confermati!!
Quando il set inizia a riempirsi di decine di persone - gli "addetti
ai lavori" sono veramente una marea!! - un grasso, pelato, simpatico
americano prende il microfono per darci il benvenuto. Costui sarà il
"Virgilio" che ci accompagnerà - o meglio, arringherà - nel nostro
pomeriggio agli studios, intrattenendoci con la sua verve, tra una
battuta ed un giochetto con il pubblico. Dopo averci spiegato quello
che sta per accadere e come funziona il lavoro per registrare una
sit com, ci introduce i protagonisti: gli attori entrano sul set uno
dopo l'altro, prestandosi simpaticamente alle acclamazioni
dell'audience - caricata a mille dal grassone, per il quale siamo
una parte fondamentale dello spettacolo, per stimolare gli attori
oltre che per registrare le nostre risate. Ultima a presentarsi é la
stella della sitcom, il buon Shatner, che ci appare non solo in
discreta forma fisica - molto meno sferico di quello che vediamo in
tv - ma anche davvero simpatico e disponibile. Siamo subito
conquistati ma del resto gli americani sono davvero maestri
nell'intrattenimento: il grassone tieni il pubblico mano,
intrattenendoci durante le pause nella registrazione con musiche,
balli scatenati, dialoghi, domande, giochetti con in palio dolcetti
e caramelle; gli attori, dal canto loro, sono straordinariamente
rilassati ed interagiscono spesso con il pubblico. Le scene vengono
ovviamente ripetute più volte ma nonostante questo - pur afferrando
a grandi linee la trama della puntata - capiamo veramente poco dei
dialoghi. Siamo anche terrorizzati che il ciccione ci prenda in
mezzo con le sue domande, come capitato ad altri stranieri -
sorprendentemente non siamo gli unici non americani tra il
pubblico!! Tutta l'audience - uno spaccato fenomenale della scocietà
americana: dalla famiglia di colore in stile Robinson alla casalinga
di mezza età, dai giovani universitari agli anziani con cappellino
da baseball - risponde entusiasta, tra urla, danze, battiti di mano,
risate fragorose. Qui non c'é posto per la timidezza, la complicità
con il nostro animatore é totale. Ogni tanto però sul set si lavora
e quindi passiamo al silenzio totale, se non per ridere alle battute
o alle scene grottesche che gli attori interpretano. Chiaramente ci
scappa qualche "papera", qualcuno che non si ricorda la battuta o
che improvvisa fuori dal copione. Per conto nostro l'organizzazione,
vista la durata delle riprese, non ci lascia nemmeno a stomaco
vuoto, offrendoci pizza calda, acqua e dolcetti a volontà. Il lungo
pomeriggio - la registrazione terminerà dopo oltre quattro ore di
lavoro, ben oltre le 22 - passerà divertendoci alla grandissima, tra
l'animazione del ciccio e lo stupore per vedere il lavoro su un vero
set cinematografico. Salutiamo infine, con un'ovazione, gli attori e
la nostra grassa guida nel mondo della televisione, lasciando
veramente infreddoliti gli Studio's della Warner Bros, felici per
un'esperienza davvero fantastica. Siamo stanchi ma dovremmo anche
cenare,così facciamo un salto sull' Hollywood Boulevard - anche per
salutarlo, l'indomani sarà il nostro ultimo giorno a Los Angeles.
Ancora in preda all'eccitazione non sentiamo nemmeno i morsi della
fame; ci accontentiamo di patatine fritte del Mc Donald's per la
Daniela e per me di uno spettacolare hot dog, preparato alla buona
da una donna - apparsa dal nulla e dalle dubbie condizioni igieniche
direttamente sul marciapiede delle stelle. |
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