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 15 Settembre 2008 - dalla Death Valley a Las Vegas

Lone Pine, posta sull'highway 395 prima del bivio per la Death valley, é una cittadina del West poco frequentata dai turisti, che normalmente passano da Fresno e dalla San Joaquin Valley (al centro della California) per accedere ai parchi della Sierra Nevada. La città ha un passato glorioso, essendo stata per lungo tempo una "succursale" di Hollywood; nelle colline circostanti, grazie al particolare paesaggio, sono stati girati parecchi film western e di avventura.Chiaramente i riferimenti al cinema sono ovunque in questo piccolo paese ed ogni motel e ristorante che si rispetti mostra con orgoglio i cimeli di quest'epoca (foto,autografi,locandine). Lone Pine é nella Owens valley ai piedi dei più alti picchi della Sierra nevada, tra cui il Mount Whitney, la cima più alta degli states (Alaska esclusa). In pochi minuti si possono raggiungere le splendide Alabama Hills, con maestose pareti di granito e dozzine di archi naturali di pietra (sullo stile dell'Arches park). La zona é quindi di estremo interesse, seppur poco frequentata dai turisti Europei. Per gli Americani é invece un punto di partenza ideale e conosciuto per fare trekking o alpinismo. Il nostro "nido d'amore", per l'occasione, é il Dow Villa motel, davvero carino, posto accanto all'omonimo e storico - nonché costoso - albergo. All'arrivo ci hanno accolto con gentilezza due giovani e corpose ragazze, una delle quali non ha potuto esimersi dallo starnutire e sputare senza coprirsi, alla faccia nostra! (ma non é stato un gesto di disprezzo verso di noi,era solo raffreddata...c'era una temperatura polare per via dell'aria condizionata). Abbiamo poi cenato da Season's, un elegante - per i loro standard - ristorante, stile steak house, dove ho degustato un eccellente arrosto di maiale cotto nel merlot accompagnato da una fresca Lowenbrau.


Artist's Palette

Come ogni posto della zona il locale é pieno di foto e cimeli dell'epoca d'oro,quando da queste parti venivano girati molti film ed era normale incontrare qualche star di Hollywood. A rendere ancor più gradevole la cena ci pensa la cameriera che sbaglia inspiegabilmente il nostro conto, facendoci risparmiare un 15$ abbondanti!! Il mattino seguente, incredibilmente, ci siamo alzati di buon ora, alle 7 eravamo già in piedi. Le giornate sono calde a Ovest, sempre sopra i 30°. Secondo i nostri piani sarebbe fondamentale arrivare alla Death valley dentro le dieci del mattino, prima che il sole raggiunga il culmine. Le temperature previste nella valle sono oltre i 40°C!!! Siamo presto in auto,pronti a partire, quando ci cade l'occhio sulla caffetteria accanto al motel...Dobbiamo ancora fare colazione e quello é il primo VERO café all'americana che incontriamo nel nostro viaggio. Il classico posto da film, sulla strada,spartano, con le persiane ai vetri, frequentato da camionisti. Non possiamo che fermarci!! Il locale é gestito da una famiglia di ispanici, di poche parole e all'apparenza burberi. E' il loro modo di fare, non usano lisciare i clienti. Ordiniamo due abbondanti colazioni: French toast (croccanti,con lo zucchero a velo) e marmellate per la Daniela, pancakes con uova e bacon per me. Quando mi servono il loro beverone chiamato caffé, direttamente dalla brocca, sto per trasalire! Ci portano anche lo sciroppo d'acero, veramente fantastico!!!Finalmente un vero locale, basta con le catene come Starbucks! A servire sono lentissimi e ci alziamo da tavola che sono le 9. E' tardi ma l'High Sierra Café rimane uno dei nostri migliori ricordi

Sand Dunes

Percorriamo l'highway a palla, con i Doors alla radio e abbondanti scorte d'acqua per non morire disidratati nel deserto. Il bivio per la valle della morte é vicino ma pensare di essere già arrivati é una follia. Una volta deviato lungo la California 190 si sale sino a valicare le alte montagne che portano alla Panamint valley, vasta e arida distesa desertica, anteprima della vera e propria Death valley. La temperatura si é già assestata sui 38° e non cala neanche in cima ai monti (a 2000m di altitudine scende ad appena 33°...). E' sconsigliato tenere acceso il condizonatore dell'auto durante la salita, il radiatore potrebbe non trovare l'acqua necessaria per raffreddare il motore. Attraversata la valle si sale di nuovo per valicare il Panamint Range, abbondantemente sopra i 2000 metri. Arrivati in cima possiamo dire,finalmente, di esserci: la Death Valley si apre ai nostri piedi, in tutta la sua vastità. La discesa é particolarmente ripida e insidiosa, per l'alta velocità che si tende a raggiungere. Una volta scesi nella valle, sotto il livello del mare, sembra di essere in un forno, con la temperatura fissa a 40°. Sulla strada per Furnace Creek e per il centro visitatori, incontriamo le Sand Dunes, un angolo di deserto simile al Sahara. Non c'é un albero e nemmeno un filo d'ombra, solo i caratteristici cespugli di Artemisia. E' quasi Mezzogiorno ed i nostri piani sono saltati, per non smentirci arriviamo all'orario più caldo. Siamo sempre i soliti sprovveduti..e dire che ci abbiamo provato!! Qualche pazzo - parecchi, per la veità - si incammina tra le dune, noi invece passiamo oltre.

 

E' una cosa strana perché in realtà sudo poco o niente, forse perché é un caldo secco, però la testa mi sembra scoppiare e le orecchie sono viola. Arriviamo al centro visitatori alla mezza, diamo un'occhiata veloce (l'aria condizionata é a manetta, questi sono matti!!!) e decidiamo cosa vedere. Ancora una volta ci scontriamo con le reali dimensioni dei parchi: sulle guide sembra tutto vicino poi scopri che per andare a Badwater - il punto più basso della valle e dell'emisfero Occidentale, a 87m sotto il livello del mare - devi percorrere 30Km per andare e altrettanti per tornare, tenendo conto che nella valle la velocità é limitata a 25 miglia orarie...Non possiamo non andarci e in realtà arrviamo in fretta, costeggiando l'immensa distesa di sale che é il Devil's golf court. Badwater é uno stagno d'acqua (assolutamente non potabile!!!) che sbuca nel sale e che non secca mai. Da qui parte anche un percorso che si immerge nella mare di sale, splendente sotto il sole implacabile. Il contrasto tra la distesa bianca e l'intenso cielo blu, con le alte montagne sullo sfondo,é davvero stupendo. Sono i colori e i contrasti a colpirmi di più, al di là dei panorami. La Death Valley non piace mai a nessuno per il paesaggio spoglio, quasi lunare. Ma il cielo, come dicono in molti (e questo vale in tutto l'Ovest ), ha davvero un colore diverso, che le mie fotografie purtroppo non rendono. Gli assurdi contrasti di queste terre - vaste depressioni accerchiate da alte montagne - non hanno eguali. Nel tornare indietro deviamo per l'Artists drive una strada che, in mezzo ad un fantastico panorama lunare, si snoda tra colorate colline. Il punto principale é l'Artist palette, delle rocce con tinte che vanno dal verde al rosa, passando per il giallo, paragonate alla tavolozza di un pittore. Una volta tornati a Furnace Creek torniamo sulla 190, verso l'uscita Ovest in direzione Las Vegas.

 

Zabriskie Point

 
La strada sale lungo le colline, sino a Zabriskie Point, punto imprescindibile da visitare. Sembro un bambino, saltello felice sulla collina in mezzo ad un mare di turisti, non sento più il caldo, inciampo e quasi rotolo di sotto...Il posto é fantastico, ben oltre le aspettative. Le tondeggianti e colorate colline sono proprio quelle del film di Antonioni...ho sognato così a lungo di vedere questi luoghi e finalmente ci sono!!! Come il protagonista del film vorrei lanciarmi lungo il pendio e scendere a valle, accompagnato dalle musiche dei Pink Floyd, ma la realtà é un'altra cosa..come minimo mi romperei parecchie costole!!! La temperatura intanto é salita a 42°, record di giornata. Salutato Zabriskie Point, con una lacrima (sigh!!!), riprendiamo la via per Las Vegas. Ci sarebbe anche la deviazione per Dante's View, punto panoramico ad una quarantina di Km, ma é davvero troppo lontano. Sono le 14 passate e sarebbe piacevole rilassarsi in piscina a Las Vegas....Il viaggio per la folle città del Nevada é abbastanza breve, un'ora e mezza circa, tutto attraverso il deserto. La Daniela crolla mentre io inizio ad accusare il colpo...Lotto per non addormentarmi e il viaggio diventa un'agonia, con il caldo accumulato che si fa sentire. Devo stare attento anche a non superare i limiti, più di uno sceriffo sbuca dal nulla lanciato nell' inseguimento di chi sgarra con la velocità. Superiamo i monti del Red Rock Canyon e,dopo una curva, appare Las Vegas, distante circa 30Km (i più lunghi della mia vita...). Anche a questa distanza sono ben visibili gli enormi casinò e la torre Stratosphere. Alle porte della città il traffico e il caldo sono infernali...Arriviamo sulla Strip, l'aereoporto é proprio accanto alla strada e sulla nostra testa passa un aereo dopo l'altro. Scorrono i primi casinò, il Mandalay Bay e li Luxor. E' Lunedì ma c'é davvero una massa enorme di gente.Non abbiamo prenotato, del resto gli alberghi hanno migliaia di stanze. Speravamo di trovare un'offerta al Bellagio, uno degli alberghi più "lussuosi" della città (del concetto americano di lusso parlerò più avanti), ma sono rimaste libere solo le stanze più care. Il Luxor, a sua volta, é sold out. Sono le 16 passate, ci sono 38° e il sogno di rilassarci in piscina é ormai svanito!!