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 15 Settembre 2008 - dalla Death Valley a Las Vegas

Una città folle come Las Vegas merita sicuramente un capitolo a parte del mio diario. Il primo contatto con la capitale del divertimento é frastornante; arriviamo un "pelo" accaldati dalla traversta della Death valley e sognamo solo di rilassarci in piscina. Non abbiamo prenotato alcuna stanza, cerchiamo direttamente sul posto. Del resto l'offerta alberghiera non manca! Ci sono sitemazioni per tutte le tasche, dagli sfavillanti mastodonti sulla Strip ai poveri motel di Downtown. L'idea é di sentire al Bellagio se ci sono offerte favorevoli, in alternativa ripiegheremo sul più classico Luxor. Il traffico é infernale,la città é tutta un cantiere e fa veramente caldo. Guidare sulla Strip, in mezzo ad auto che sfrecciano e cercando di capire dove parcheggiare, non é impresa facile. Gli enormi alberghi sono tutti sulla via principale, ma il parcheggio per i comuni mortali - chi non può permettersi un valletto - é sempre nel retro, lontano dall'ingresso. Si parla di migliaia di ospiti e di altrettante auto, quindi trovare uno spazio libero é impresa ardua...Così parcheggiamo in fondo al posteggio e a piedi raggiungiamo l'ingresso posteriore del casinò, non proprio a due passi. Lo spettacolo che appare é di tavoli da gioco e slot machine disseminati ovunque, su una squallida moquette da quattro soldi. L'aria condizionata é a manetta, le voci sono coperte dal rumore delle macchine e dalla musica, sempre assordante. Sembra un luna park stipato in un'enorme stanza...Tutti vanno sempre di fretta, come schizzati, mentre qualcuno trascina a fatica i propri bagagli alla ricerca degli ascensori per le stanze. Le indicazioni per la reception sono vaghe, quelle per le uscite quasi assenti . Il locale é studiato appositamente perché uno ci si perda dentro , senza via di uscita. Per raggiungere la hall si deve attraversare tutto il casinò, schivando continuamente le cameriere in abiti succinti che portano i drink ai giocatori.

 

The Strip

Il Bellagio in teoria é uno degli alberghi più "lussuosi" della città ma la clientela é tutt'altro che selezionata.In fin dei conti basta pagare, siamo solo carne da macello, stipati uno con l'altro, trattati con freddezza. Questi non sono certo luoghi esclusivi,anzi!!! Eppure qualche turista trova il modo di tirarsi il viaggio...Arrivati alla reception sembra di essere al mercato e con pazienza ci mettiamo in fila allo sportello, dove poi ci verrà detto che le tariffa più economica per una stanza é di 240E...Rigraziamo e per questa volta passiamo la mano!! Va bene fare gli splendidi per una sera ma non siamo a Portofino e credetemi, per quanto molto bello, l'albergo non merita l'appellativo "di lusso"

Bellagio & Caesar's palace

Ancora senza una sistemazione ci immergiamo di nuovo nella Strip e proviamo al Luxor. Stessa trafila al parcheggio e per trovare la reception, dove scopriamo che l'hotel é al completo. Stiamo parlando di oltre 2000 stanze occupate!! Inizio a perdere la calma, stressato dal caldo e dalla confusione. Ci viene detto di tentare al Montecarlo, dove ci sono camere libere ad un prezzo "contenuto" (135$). Il parcheggio questa volta é ancora più lontano e ci tocca trascinare i bagagli lungo la strada, rischiando di venire falciati. Finalmente ci registriamo e ci sistemiamo in camera, niente di particolare, al quarto piano, con vista sulle ventole e i camini del casinò. Tutti i comfort sono eclusi o mancanti: niente frigobar, connessione internet a pagamento via cavo, una sola presa di corrente...Inoltre la piscina chiude a breve, alle 18. Crediamo di aver scelto l'hotel sbagliato, ma la musica sarà uguale al Luxor. Lo scopo é di trattenerti il meno possibile in camera, l'ospite deve uscire e spendere i suoi soldi !!

 

Non potendo svernare in piscina decidiamo di incamminarci lungo la strip, alla scoperta delle follie della città. Con la luce si vede bene quanto é finta, quasi di plastica. Anche l'erba nelle aiuole é sintetica!!! Gli alberghi vorrebbero essere eleganti, ma non lo sono. Cammini immerso in un mare umano, con i messicani che continuamente ti porgono i depliant delle chat line. Alzi gli occhi e vedi enormi gratticieli in costruzione, dove gli operai lavorano senza tregua anche di notte. L'impatto con Las Vegas, dispiace dirlo, é quasi deludente. Poi cala il tramonto e milioni di luci si accendono. La calura concede un attimo di pace, inizi a vedere la città con un altro occhio ed ora ti emoziona davvero. Con l'oscurità cambia tutto, i difetti non si notano più,abbagliato come sei dalle insegne al neon. Capitiamo davanti al Bellagio proprio quando le sue fontane inscenano il loro magnifico spettacolo, mentre la luna piena sbuca alle spalle della Tour Eiffel del casinò Paris. Veramente splendido ed emozionante, lo spettacolo vale da solo lo stress patito in precedenza. Rinfrancati nel morale procediamo oltre ed entriamo nel Caesar Palace, replica all'americana dell'antica Roma. Tutto molto pacchiano, tra ristoranti costosissimi e di tendenza arriviamo al Forum Shop, definito dalle guide come il più grande centro commerciale al mondo. Non so quanto sia vero, ma sicuramente é enorme! La maggior parte dei negozi sono proibitivi per le tasche comuni, ciò nonostante il denaro circola a fiumi anche qui.Usciamo storditi e torniamo sulla Strip, sempre più incasinata. Senza renderci conto abbiamo fatto un sacco di strada, gli spazi occupati da ciascun hotel sono immensi.

 

Paris

 
Siamo quasi al Venetian, la replica di Venezia, ma stanchi decidiamo di tornare indietro. Attraversiamo altri colorati casinò, luoghi alienanti colmi di luci e rumori. Qui dentro la varietà umana é impressionante. Fermarsi ad osservare i giocatori provoca un sadico piacere, che però diventa pena per questo vizio di cui tanti sono vittima. Cibo e bevande sono offerti ad ogni angolo, ma ceniamo al McDonalds, volendo evitare di essere rapinati con una cena di scarsa qualità. In strada sfrecciano limousine in continuazione, dai finestrini delle auto in corsa sbucano volti di ragazzi ubriachi. Mi guardo intorno e tutti sorridono,ebbri di gioia, rapiti dalla magia di questo posto.