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16 Settembre 2008 - Zion e Bryce
Canyon
Entriamo nella seconda settimana e siamo a metà del nostro
viaggio. La tappa odiena é la più lunga (e folle) della nostra
vacanza. In un solo giorno, per motivi di tempo, decidiamo di
lasciare il Nevada, entrare nello Utah per visitare i parchi
dello Zion e del Bryce canyon, quindi scendere in Arizona e
pernottare a Page, sul Lake Powell. Si tratta "solo" di
attraversare tre stati e percorrere appena 680Km....Questo
percorso non é una mia idea, poiché molti tour organizzati dalle
agenzie (quelli in pullman, per intenderci) visitano i due
parchi in una sola giornata. In realtà é anche una cosa
fattibile, visto che sono abbastanza vicini, a patto che si
parta di buon'ora...Invece, per non smentirci, lasciamo Las
Vegas appena alle 10.30, in ritardo di un paio d'ore sulla
tabella di marcia prevista. Un ritardo, purtroppo, che ci
costerà caro. Il mattino, una volta liberi dall'infernale
traffico di Las Vegas ed entrati finalmente sulla I15 direzione
Nord, valutando la situazione ho proposto di saltare lo Zion.
Conoscendo i nostri tempi SAPEVO che il tempo non sarebbe
bastato...Fortunatamente la Daniela ha spinto al contrario,
perché questo parco si rivelerà una piacevole sorpresa ed uno
dei luoghi più belli che abbiamo visitato. Anzi devo dire che
tutta la parte Meridionale dello Utah é splendida, con i rossi
scenari tipici del West alternati alle verdi montagne
dell'altopiano di Paunsaugunt, dove si trova il Bryce Canyon.Un
altro errore importante é che, una volta arrivati allo Zion,
dimenticheremo che lo Utah é un'ora avanti rispetto agli altri
stati dell'Ovest..E dire che lo sapevamo!!!! |
Virgin Canyon, Arizona
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Andando per ordine, lasciato il Nevada e
attraversato il deserto, entriamo per un breve tratto in Arizona,
giusto il tempo di costeggiare il Virgin River Gorge, uno dei tanti
canyon scavati dal fiume Virgin. Qui l'interstate 15 si arrampica
tra le montagne, in mezzo ad alte pareti di roccia, per poi aprirsi
in una valle coperta di cactus, in un vero paesaggio Western!! Pochi
chilomteri ancora e si entra nello Utah. Ci fermiamo per una rapida
sosta a St. George, graziosa cittadina piena di palme e campi da
tennis, località di villeggiatura per "pensionati attivi". Una
commessa del Burger King rimane stupita di trovare due italiani da
queste parti. In realtà i parchi dello Utah sono sempre molto
visitati, magari un pò meno dagli italiani che non sempre arrivano
sino al Canyonlands o all'Arches park, parecchio più a Nord rispetto
al Bryce. Siamo vicini, in linea d'aria, alle propaggini
settentrionali del Grand Canyon, come conferma il paesaggio che ci
circonda.
Bryce Canyon
Avvicinandosi allo Zion, una volta deviato lungo
la statale 9,il limpido cielo azzurro viene turbato da alcune nubi
cariche di pioggia,che spuntano dalle cime dell'altopiano di
Markagunt. Fortunatamente cadrà solo qualche goccia isolata e le
nubi si allontaneranno velocemente. All'ingresso del parco la strada
é asfaltata con bitume rosso per integrarsi con il panorama
circostante, dove il rosso delle rocce e il verde dei boschi sono i
colori dominanti.Alle spalle del visitor center si stagliano le
caratteristiche cime dei monti Bridge e Watchman. Ai loro piedi la
ricca vegetazione é attraversata dal virgin river. Le ridotte
dimensioni del fiume non devono ingannare, poiché la corrente é più
forte di quello che possa sembrare!! Questo corso d'acqua,nel corso
degli anni,ha scavato in profondità l'altopiano e lo Zion Canyon -
la parte meridionale del parco- ne é il risultato. Tutt'oggi,
guardando la polvere rossa nell'acqua del fiume, ci si rende conto
di quanto la roccia venga erosa.
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Il canyon é chiuso alle automobili ma é
visitabile grazie alle navette gratutite che dal Visitor center
portano alla stazione terminale del Temple of Sinawa. La strada
si insinua tra la vegetazione costeggiando il fiume, circondata
dalle pareti di roccia a strapiombo dai magnifici colori -
tonalità sfumate di rosso, arancio e bianco - alte sino a 900
metri. Il percorso in navetta dura poco meno di un'ora e prevede
alcune fermate in punti da cui partono i sentieri, alcuni dei
quali abbastanza brevi e spettacolari. L'autista - un grande
!!con la birra fresca accanto al volante - funge anche da guida
e snocciola commenti e nozioni sul luogo, seppure il suo marcato
accento renda poco comprensibile la narrazione. Il paesaggio é
meraviglioso, i colori delle rocce si sposano alla perfezione
con la ricca vegetazione. Risuciamo a vedere un condor volare
altissimo e masestoso,ben sopra le cime dei monti. Dal Temple of
Sinawa si accede ai Narrows, il punto più stretto del canyon.
Qui si cammina in mezzo al fiume, in una strettoia larga al
massimo una decina di metri. Sarebbe una magnifica escursione ma
deve essere fatta con attenzione: serve un abbigliamento adatto
perché ci si bagna, ci vuole tempo per camminare,evitando le
siepi con i serpenti, é una passeggiata vietata assolutamente in
caso di pioggia, poiché il fiume si ingrossa rapidamente
travolgendo gli escursionisti...Noi, come tanti, ci limitiamo al
tour con la navetta e torniamo al vistor center con il nostro
orologio che segna le 16...Ma qui casca l'asino, in realtà nello
Utah sono le 17! Come abbiamo potuto sbagliare??
Il programma prevede il Bryce come tappa seguente, distante "solo"
140km. Un paio d'ore dovrebbero essere sufficienti ma il sole di
Settembre cala presto...Certo vedere il parco al tramonto deve
essere meraviglioso ma si rischia di arrivare con il buio. |
Bryce Canyon |
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Saliamo in
macchina e usciamo dallo Zion percorrendo a passo d'uomo la statale
9, che qui diventa una vera strada panoramica arrampicata sui monti,
circondata da un panorama fantastico. Usciti dal parco sembra di
essere capitati in un altro pianeta: di fronte a noi non più rosse
montagne ma un verde altipiano coperto di boschi e pascoli. In uno
di questi incontriamo una mandria di bisonti, che ciondolano nella
polvere. In pochi minuti arriviamo allo svincolo per la US89,che
porta a Nord verso il Bryce e a Sud verso Page, in Arizona.
Percorriamo i 100km che ci separano dal parco in uno scenario
splendido, testimonianza di quanto il West sia vario: ad Ovest la
Dixie National forest copre i dolci pendii, mentre ad Est si scorge
l'altopiano di Paunsaugunt con le pareti simili al Bryce Canyon. La
route attraversa alcuni paesi fantasma, come Glendale, dove puoi
trovare giusto un paio di Motel e una pompa di benzina. Dopo Hatch
il viaggio si fa delirante, quando i cartelli stradali indicano il
pericolo che animali selvatici- cevi e daini, per la precisione -
attraversino la strada. Purtroppo il pericolo é reale, ne sono
testimonianza i segni di sgommate sull'asfalto e le numerose
carcasse di bestie travolte....Il tragitto diventa così una corsa ad
ostacoli, ovunque gli animali - che sono grossi! - pascolano ai lati
della strada e ogni tanto qualcuno si lancia in un attraversamento
improvviso...Capiamo che é bene rallentare la velocità ma il tempo
scorre implacabile!! Dopo Hillsdale deviamo sulla 12, saliamo
sull'altopiano e attraversiamo il Red Rod Canyon per arrivare al
Bryce che sono le 19, quando é pieno tramonto. Siamo a 2000 metri di
altezza - e si sente! - in mezzo ai boschi e ai cervi. Non siamo i
soli quando arriviamo al primo belvedere, Sunrise Point (punto
dell'alba, per non smentirci veniamo qui e non al vicino Sunset
point, punto del tramonto...), direttamente a picco sul canyon. Qui
la vista é davvero magnifica: lo sguardo spazia da Nord a Sud su
tutto il Canyon sottostante e in particolare sull' "Anfiteatro". I
colori, anche al tramonto, sono splendidi, grazie alle migliaia di
falesie rosa e bainche, con tinte sfumate di arancione, circondate
dal verde dei boschi in cima all'altipiano. Ci inoltriamo brevemente
in un sentiero, giusto per immaginare cosa sia una discesa nel
Canyon. Ammaliati dalla visione perdiamo la cognizione del tempo...La
luce é calata con il sole e ci sono altri punti panoramici da
vedere. Scattiamo in macchina ma come sempre dobbiamo scontrarci con
le distanze reali e arriviamo agli altri stupendi belvedere (in
particolare Bryce point) che ormai é buio. Peccato davvero,
riusciamo a vedere ancora qualcosa ma é impossibile fare foto.Fossimo
partiti prima al mattino avremmo potuto godere di un'oretta in più
di luce,così la visita al parco rimane menomata..Usciamo dal Bryce
che sono le 20 passate e ci aspettano 180km per arrivare in albergo
a Page. Facendo un breve conto sono necessarie almeno un paio d'ore,
tenendo presente la velocità ridotta nei tratti con animali. Siamo
nel mezzo del nulla ed é buio pesto.Sulla route non ci sono luci e
nessun segno di vita umana. Il viaggio diventa ben presto un agonia,
con l'ansia che uno dei tanti cervi - di cui vediamo gli occhi
nell'oscurità - possa attraversare la strada all'improvviso. Andiamo
a passo d'uomo e temiamo che la reception dell'hotel possa chiudere.
Nei pochi paesi che attraversiamo non c'é un telefono pubblico
funzionante, impossibile avvisare l'albergo.Arriviamo a Kanab, al
confine con l'Arizona, che sono le 21.30 e la US89 si divide in due
rami: entrambi arrivano a Page, ma per vie diverse. Sarebbe cosa
giusta prendere la via più breve ma ovviamente ci sbagliamo e
prendiamo quella più lunga...Impreco e torniamo a Kanab, dove ci
perdiamo, benché il paese sia veramente piccolo. Disperato scorgo la
vettura dello sceriffo ferma in uno spiazzo, ai bordi della strada,
aluci spente. Davvero un colpo di fortuna! E' buio e non ci sono
luci sulla carreggiata. Rallento e mi accosto all'auto della
polizia,é buoi anche all'interno dell'abitacolo. La Daniela abbassa
il finestrino e perplessa mi dice che non c'é nessuno. Sono
perfettamente affiancato quando mi fermo e il sangue mi si gela:
dentro all'auto c'é un manichino, vestito da poliziotto, di un
pallore spettrale!! Ci prende un colpo, non potendo immaginare una
cosa del genere..Scappo via, con quel volto finto ancora negli
occhi. Ritroviamo casualmente la giusta via ed entriamo in Arizona.
La strada attraversa la zona tra il Kaibab Plateau e la Glen Canyon
Recreation Area; grazie alla luna piena possiamo intravedere nel
buio le rocce sparse che si alzano nella pianura, lasciandoci
immaginare quale può essere il panorama circostante. Arriviamo al
lago Powell alle 22.30. Non ci sono indicazioni per raggiungere il
nostro hotel, che sappiamo essere sulle sponde del lago. Vaghiamo
per Page, stanchi e nervosi, dimenticandoci che questo paese é su un
altopiano e non direttamente sul lago. Chiedo indicazioni e
scopriamo di alloggiare a Wahweap, la marina del Lago prima della
diga, dove c'é il porto per le house boat.Non ci sono luci né
indicazioni, così perdiamo un'ora per trovare il posto. I nostri
nervi stanno per saltare ma finalmente arriviamo. Sono le 23.30
quando entriamo in camera e la tensione é palpabile. Lo sappiamo
bene,siamo due teste calde,una parola sbagliata e qui finisce in
rissa! La stanza non é affatto male e ci prepariamo al meritato
riposo quando scopro di aver dimenticato a Las Vegas l'adattatore
per le prese di corrente. Non possiamo più accendere il pc e
utilizzare le batterie per le macchine fotografiche, essendo
entrambi da ricaricare. E'la goccia che fa traboccare il vaso: perdo
le staffe, impreco ed inevitabilmente finiamo per discutere,
sfogando tutta la tensione accumulata. Questo é il risultato di fare
le cose in fretta!!! |
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