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18 Settembre 2010 - Yosemite
Ritornare al parco di Yosemite, due anni dopo, é per me una
grande emozione: i piacevoli ricordi della nostra prima visita
sono ancora vividi. Subito, dal momento che abbiamo iniziato ad
organizzare questo viaggio, il parco é stato una delle mete
prese considerazione, consci che sarebbe stata l'ultima
occasione per tornare in questi magnifici luoghi. Memori
dell'esperienza precedente, in cui tutto andò alla grande,
decidiamo di non cambiare una virgola del nostro itinerario,
quindi pernottamento a Mariposa nel Mariposa Lodge e
conseguente andirivieni giornaliero per il parco. Al
nostro arrivo, in tarda serata, il Lodge non é cambiato di una
virgola; anche la bella ragazza tatuata della reception é sempre
la stessa. Questa volta però la nostra stanza One King Bed - al
piano terra - é molto più piccola rispetto all'occasione
precedente...va detto però che in quel caso fummo molto
fortunati ad avere una stanza al primo piano, veramente
spaziosa, forse sin troppo. Ad ogni modo non é un problema,
quello che importa sono la pulizia e l'accoglienza, visto che
all'atto pratico la nostra permanenza in camera si riduce alle
poche ore notturne. Stanchi per il lungo viaggio da Monterey ci
prepariamo al riposo dopo una cena frugale, consumata
velocemente nell'unico Burger King del paese. Tutto come
previsto, trovare da rifocillarsi dopo le 21 nella minuscola
Mariposa é impossibile; a quest'ora i pochi ristoranti chiudono
i battenti - in maniera molto scortese tra l'altro! - e non
esiste uno store che tiri le ore notturne. La volta passata ce
la cavammo con un pasto più che frugale al ristorante messicano,
che però oggi non esiste nemmeno più...pertanto non ci poniamo
nemmeno il problema e andiamo diretti al Burger King, dove a
servirci ci pensa una simpatica nonnina... |
Tunnel View Point
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Al nostro risveglio di buon'ora - dopo un sonno
un pò disturbato dai rumorosi vicini - siamo accolti da una bella
giornata di sole. L'aria del mattino é ancora fresca. Sebbene siamo
in altura la temperatura prevista é sui 30° e il caldo, credetemi,
si farà sentire. La nostra prima preoccupazione é di fare colazione,
così cerchiamo la caffetteria dove finimmo la volta scorsa. Siamo
abbastanza maniacali e abitudinari?? Incredibilmente anche questo
locale é scomparso dalla mappa del paese...pare che in questi due
anni ci siano stati cambiamenti nella piccola Mariposa, per quanto
poco visibili. Camminando per la via principale - che poi é l'hwy
140 - notiamo la comparsa di un ristorante e di un café proprio
accanto al nostro Lodge. Interessante, vista la scarsità di locali
in paese. Il café - in classico american style con sgabelli e
divanetti in pelle - é stipato di avventori, quindi decidiamo di
proseguire oltre. Uscendo dal paese incontriamo inaspettatamente una
sorta di panetteria, sempre in stile a stelle e strisce, quindi come
recita l'insegna "Dazzle's
Donuts and Pastries" finiamo nel paradiso delle ciambelle. Per la
verità é giusto dare ragione ad un utente di Tripadvisor che
sottolinea come si tratta "più di un donuts shop"
perché il café é semplice ma carino, effettivamente ci sono
le paste e molti tipi di thè tra cui scegliere. Per due turisti
ignoranti come noi, destreggiarsi tra una vasta scelta di ciambelle
e di infusi non é affatto facile. Il nostro inglese latita e non é
immediato farsi capire. In qualche modo ce la caviamo e pure alla
grande: thé e donuts sono deliziosi e abbondanti!! Una colazione da
sogno, unta e ipercalorica al punto giusto per affrontare l'ennesima
giornata in cui ci sono alte probabilità di digiunare.
Vista della Yosemite Valley dalla Columbia Rock
Una volta espletata la "formalità" della
colazione possiamo finalmente prendere la lunga via - 40 tortuosi
chilometri - per lo Yosemite. Viaggiamo con calma e serenità lungo
la 140 che porta all'ingresso Occidentale di El Portal. La strada
che porta al parco é piuttosto lunga ma l'attesa viene ampiamente
ripagata quando si iniziano a scorgere le maestose pareti di granito
e i fitti boschi della Yosemite Valley. D'un tratto, dopo una
svolta, alla nostra sinistra compare l'imponente sagoma di El
Capitan. Un'immagine semplicemente fantastica. Il monolite é
impressionante, più di quanto ci si possa immaginare. Una bianca,
levigata parete di granito alta 900 metri! Prendiamo subito la via
che porta al punto panoramico di Tunnel View, dopo sono tanti i
turisti incantati dalla spettacolare vista della Yosemite Valley.
Credetemi, le foto per quanto belle non renderanno mai l'idea del
reale panorama, perché le dimensioni delle pareti di granito sono
assolutamente da togliere il fiato. Dopo aver fatto le numerose foto
di rito - con la Daniela che inizia a spazientirsi - decidiamo, come
prima tappa, di dare un'occhiata alla Bridalveil Fall, visto che
questa volta la cascata pare non essere completamente asciutta. Il
breve sentiero porta direttamente al letto del torrente, fatto di
enormi e taglienti blocchi di granito. Il torrente é quasi del tutto
secco eppure fortunatamente la poca acqua presente crea una cascata
molto simile al velo di una sposa - da qui il nome - che precipita a
valle da quasi 200 metri di altezza. Camminare sulle rocce é
un'impresa assai pericolosa perché il limo che vi si é depositato
sopra é infido e scivoloso. I più temerari - tra cui la Dani - che
osano arrampicarsi sul letto del torrente possono arrivare alla base
della cascata, dove si é raccolto un piccolo stagno.
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Quando raggiungiamo il visitor's center é
ormai mezzogiorno e non abbiamo ancora un piano preciso di
quello che faremo nel corso della giornata. I sentieri da
percorrere e le cose da vedere sono tante ma si deve sempre fare
i conti con le grandi distanze per spostarsi all'interno del
parco. Per il momento ci limitiamo a fare provviste all'interno
dello store e ad informarci dai ranger sulle possibilità più
praticabili. Pensiamo sia anche il caso di pranzare, così la
Dani si prende una pizza ed io un cheesburger - sempre per stare
leggeri. Intanto ragioniamo sul da farsi. Restando nella valle
le possibilità più interessanti sono sostanzialmente due:
partire da glacier point e scendere a valle lungo un impervio ma
spettacolare sentiero oppure salire dalla base delle asciutte
Yosemite Falls e arrampicarsi lungo le pareti per godersi una
bella vista della valle dalla parte opposta di Glacier Point. Le
alternative, tra cui la zona di Hatch Hetchy, richiedono lunghi
spostamenti in auto. Il Mist Trail ,invece, lo abbiamo percorso
la volta precedente. Il tempo passa e siamo nelle prime ore del
pomeriggio. L'opzione di salire a Glacier Point viene scartata
perché non vi sono navette che portano in quel punto. Non ci
resta che incamminarci lungo il sentiero che porta, attraverso
vari step, alla sommità delle Yosemite Falls. Le imponenti
cascate sono completamente asciutte però l'impegnativo sentiero
- che sale impervio e tortuoso nella polvere lungo le alte
pareti settentrionali - regala vedute magnifiche della valle e
dell'Half Dome. Quando arriviamo alla Columbia Rock, stanchi e
accaldati, la vista ripaga della fatica patita per la camminata.
Da questo spuntone di roccia si domina la valle, che si stende
giù in basso ai nostri pied, mentre sembra quasi di fissare
negli occhi la sagoma imponente dell'Half Dome. |
Valley View Point |
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Decidiamo di procedere oltre lungo il sentiero quando, pochi metri
dopo la sosta panoramica, la Dani scivola rovinosamente a terra...più
che i danni fisici - nulli - a farne le spese é la sua
macchina fotografica: il display purtroppo é andato. Giustamente si
rischia il dramma...La macchinetta é nuova e costosa, oltre ad
essere la sua. Senza il display é pressoché inutilizzabile, salvo
puntare il soggetto alla cieca, cosa che la Daniela farà nel corso
della vacanza pur con ottimi risultati. Nonostante lo sconforto
continuiamo lungo il sentiero, costeggiando la parte alta delle
cascate. I segni dell'acqua lungo le pareti di granito e le
dimensioni del paesaggio lasciano solo immaginare che cosa debbano
essere queste cascate nel pieno del loro vigore. Seppure abbiamo
marciato parecchia strada la sommità delle Yosemite Falls é lontana
quindi pensiamo di ritornare a valle. La discesa regala ancora
magnifiche viste della valle ma é davvero pericolosa e impegnativa;
il sentiero é incolto e ricco di insidie, rischiamo èiù volte di
scivolare...e il baratro é proprtio accanto a noi!! Quando arriviamo
a valle sono le 18 e i camping iniziano a popolarsi dei numerosi
visitatori, intenti a preparare le braci per la cena. Orde di
scoiattoli corrono impazziri da una parte all'altra, quasi stimolati
da tanta attività. Il buio qui cala in un attimo intorno alle 20.
Intanto nella valle i turisti iniziano a prendere la strada per
uscire dal parco e il tramonto si rivela l'orario più piacevole per
godersi la pace della natura. Dopo una rapida sosta a Valley View
Point, con le rocce che si specchiano nel Merced River e iniziano a
tingersi dei colori del tramonto, decidiamo di fare due passi nella
valle, speranzosi di incontrare finalmente il tanto agognato "amico"
orso. Ci allontaniamo un pò dalla strada e passeggiamo nei boschi,
in totale solitudine, nel silenzio e nella pace. In giro non c'é
anima viva. In realtà poco distante ci sono i campeggi, ma il bello
dei parchi naturali americani - e dei loro visitatori - é la totale
discrezione e simbiosi tra turismo e ambiente. Ovviamente anche
questa volta non incontreremo nessun orso ma la bella passeggiata
rimetterà un pò in sesto l'umore della Daniela. Lasciamo il parco
per fare ritorno a Mariposa, possibilmente prima delle 21 per avere
qualche speranza di cenare. Necessitiamo di una bella doccia,
accaldati e impolverati come siamo. Al crepuscolo i cervi escono
all'aperto ed uno di loro, lanciandosi improvvisamente in mezzo alla
strada, quasi si fa investire. All'ingresso di Mariposa un imponente
blocco stradale della polizia ci fa perdere tempo e lo sbirro mi
guarda malissimo quando faccio per uscire a prendere i documenti nel
bagagliaio. Da queste parti mai alzare le mani dal volante e tanto
meno lasciare l'abitacolo!!! Fortunatamente riesco a spiegarmi e
l'equivoco viene chiarito in fretta. Siamo al motel poco dopo le 20,
abbiamo tempo per lavarci rapidamente e per tentare la fortuna. Il
primo ristorante ci rifiuta in maniera scortese, per loro é troppo
tardi per servire del cibo. La famiglia di americani che viene
scacciata insieme a noi opta per l'unica orribile pizzeria del
paese. Noi finiamo nel nuovo ristorante che abbiamo visto
casualmente al mattino. Questi chiudono tardi e non si fanno alcun
problema di orario, infatti il locale é pieno. Siamo fortunati
perché il posto é molto bello, elegante, ci trattano con i guanti e
si mangia pure bene. Persino la pasta é commestibile. Economicamente
caro per gli standard americani ma quanto c'é di più vicino ad un
nostro ristorante. |
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