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17 Settembre 2008 - Grand Canyon
La magnifica escursione a cavallo nella Monument Valley si é
protratta ben oltre il tramonto, quando il sole era calato da un
pezzo e l'oscurità iniziava lentamente ad avvolgere la valle, in
uno scenario mozzafiato dove i mittens si stagliano silenziosi
sotto le stelle . Il vento pian piano si é calmato,lasciand che
la pace regni sovrana, disturbata solo dalle auto degli ultimi
ritardari come noi che lasciano il posto in tutta fretta. Per
nostra fortuna qui vige l'orario dello Utah, un'ora avanti
rispetto all'Arizona, quindi avevamo tempo sufficiente per
arrivare con calma a Cameron, nei pressi dell'ingresso Est del
Grand Canyon, dove quella notte avremmo pernotatto. Lasciamo la
zona con tanta malinconia, incantati da questi luoghi magnifici,
e facciamo ritorno a Kayenta per una breve sosta cibo al
McDonalds. La strada per Cameron, a Sud-Ovest lungo la 160 e poi
sulla 89, corre nel mezzo del nulla dentro la riserva Navajo.
Questa volta il viaggio é "breve", solo 160km e possiamo
permetterci di andiare con calma, rilassandoci e godendo della
tranquillità del panorama, in una fresca serata illuminata dalla
luna. Sino a Tuba City non ci sono segni di vita ed anche qui,
per la verità, la situazione non cambia molto, nulla di più di
qualche abitazione sparsa. Arriviamo a Cameron che sono le 21.30
ed in questo caso parlare di "città" o "paese" é decisamente
fuori luogo: ci sono solo un distributore di benzina e il nostro
motel!! |
Grand Canyon
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Abbiamo scelto questa sistemazione - che si
rivelerà ottima - perché dalla Monument Valley si arriva in fretta e
soprattutto perché l'ingresso Est del Grand Canyon dista solamente
50Km. In questo modo, percorrendo la 64, si costeggia la sponda Sud
(South Rim) del Canyon sino al Visitor Center, attraverso alcuni
magnifici punti panoramici. Avendo poco tempo a disposizione non si
poteva visitare con calma la parte Ovest (chiusa alle auto) e al
tempo stesso non volevo limitarmi al solo belvedere del Visitor
Center. Facendo due conti,entrare dalla parte Est mi é parso il
compromesso migliore. Fatte queste premesse e vista la posizione
strategica é facile capire perché l'albergo, il "Trading post", sia
pieno stipato! Il motel,comprensivo di ristorante e negozio di
artigianato, é ovviamente gestito da indiani Navajo, come sempre di
poche parole e dai modi spicci. Siamo arrivati giuisto in tempo
perché qui tutto chiude alle 22, reception compresa. La sistemazione
non delude affatto le nostre aspettative, anzi: la camera é ampia e
pulita, l'arredamento é carino, l'ambiente tranquillo,siamo proprio
accanto al Canyon del Little Colorado.
Grand Canyon
Eccitati ci fiondiamo nel
negozio alla ricerca di qualche souvenir ma gli sguardi degli
indiani ci invitano presto ad uscire,stanno chiudendo ed hanno poca
voglia di perdere tempo,così le spese vengono rimandate al mattino
seguente. La Daniela ha poi una disavventura con il bagno, ma su
questo é meglio tacere...Siamo stanchi e crolliamo presto in un
sonno profondo.Il mattino seguente ci svegliamo di buon'ora,
salutati da una splendida giornata. Il parcheggio é pieno di pullman
in sosta e diretti al Grand Canyon, mentre decine di chiassosi
turisti invadono il negozio. Scopriamo per caso che l'hotel dispone
anche di una grande sala colazioni e cogliamo al volo l'occasione. Il menù é succulento e ricchissimo, non manca
davvero nulla. Siamo felici come due bambini quando ci portano i
toast con marmellata, uova e Bacon...Tutto davvero delizioso
e,ovviamente, abbondante!! Gli indiani che servono ai tavoli,
dietro ai soliti modi rudi, sono in realtà celeri e disponibili.
La tazza del caffé - con mia grande soddisfazione - non rimane
mai vuota. Ogni tanto qualche grossa fiamminga di carne alla brace
viene servita ai tavoli, poiché a quanto pare qualcuno desidera una
colazione più sostanziosa.
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Mentre io mi limito ad
ingurgitare il tipico caffé lungo e annacquato - un'esperienza
comunque da provare - altri fanno colazione a suon di bistecche
e costoline...Cé chi non vuole proprio sprecare nulla e si fa
pure incartare il cibo rimasto! Prima di partire perdiamo ome
previsto un sacco di tempo alla ricerca di souvenir, ma era un
dazio da pagare. I prodotti sono tutti molto commerciali e le
cose realmente fatte a mano costano parecchio ma per fortuna non
c'é nulla di troppo kitsch o pacchiano, come un "canyon in una
boccia d'acqua con la finte neve da ribaltare". Da parte nostra
ci limitiamo a qualche maglietta e ad un paio di calamite. Come
detto in precedenza l'ingresso Est del Grand Canyon é a breve
distanza da Cameron. Percorrendo la 64 (altrimenti detta
Navahopi road) si sale leggermente sull'altopiano, costeggiando
il canyon del Little Colorado, affluente del vero e proprio
Colorado che scende dal Lago Powell a Nord. Sebbene la zona sia
desertica il panorama é coperto dal verde dei cespugli e la
temperatura in breve scende attorno ai 16°C. Dopotutto siamo a
2000m di altitudine!! In realtà non é freddo, con il sole che
splende stiamo comodamente in maniche corte.
Lungo la strada attaversiamo un temporale,cosa che capita di
frequente da queste parti ed infatti negli sterminati spazi che ci
circondano non é raro scorgere in lontananza, anche a decine di
chilometri, un acquazzone. Siamo in mezzo alla natura selvaggia e
non essendoci smog il cielo é limpido e la vista sembra spaziare
all'infinito. Arriviamo in breve a Desert View, il primo dei punti
panoramici lungo la East Rim Drive, dove si può vedere bene il
Colorado. Qui la frattura nell'altopiano si allarga ed inizia il
Grand Canyon vero e proprio. |
Grand Canyon |
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Proseguendo oltre si incontrano gli
altri belvedere, come Mather Point e Yavapai Point. Ci sono corvi
dappertutto, alcuni dei quali enormi, che si avvicinano ai turisti
per scroccare del cibo. Con nostra delusione non vi é alcuna traccia
degli scoiattoli :-( !! La strada continua e si snoda attraverso una
fitta foresta di pini e abeti,in mezzo ai quali pascolano beati dei
grossi cervi, completamente incuranti dei turisti. Ogni tanto, alla
nsotra destra, si aprono degli spazi nella vegetazione ed allora ti
rendi conto di viaggiare proprio a picco sul canyon. I segnali
indicano chiaramente di non addentrarsi nel bosco in direzione Nord:
da un passo all'altro potrebbe venire a mancare il suolo sotto i
piedi!! La caratteristica principale dei parchi, per quello che ho
visto, é che seppure ben organizzati tutto rimane in un contesto
naturale e selvaggio: qui ad esempio non esistono recinzioni al di
fuori dei belvedere. Del resto transennare tutti gli oltre 400Km di
lunghezza del Canyon sarebbe impossibile. Ebbene si, il canyon é
veramente di dimensioni imponenti: il Colorado ha eroso questo
altopiano - posto tra i 1500 e 2700m di altitudine - per milioni di
anni, con le sue acque impetuose, mentre vento e pioggia hanno fatto
il resto, modellando le rocce. Il risultato é un'immensa frattura
della crosta terreste,lunga oltre 400Km, che va dall'Arizona sino al
Lago Mead, alle porte di Las Vegas. Il canyon ha una larghezza
massima di 25km e grazie alla sua profondità comprende diverse fasce
climatiche. La sponda Sud é quella più attrezzata e quindi
maggiormente visitata,al contrario della sponda Nord che invece é
più selvaggia. La vista dai punti panoramici é magnifica e i colori
sono splendidi...però, ad essere sinceri, non rimaniamo a bocca
aperta. Lo so, é una bestialità, ma capita a molti. Come dicono
anche le guide limitarsi ad una vista del Canyon dai belvedere può
essere un'esperienza talvolta deludente: le dimensioni sono così
vaste che non ci si rende conto davvero della grandiosità del luogo.
Il fiume é oltre 1000 metri sotto i nostri piedi e spesso non si
vede nemmeno nascosto com'é dalle rocce, mentre quando é visibile
appare come un ruscello. Le pareti non cadono a picco, ci sono
gole,rupi, falesie, colline,raramente ci si trova a picco sul
baratro. La cosa migliore sarebbe scendere verso il fiume, lungo uno
dei sentieri, per avere un'idea delle poporzioni. Oppure trovare
qualche angolo isolato dai turisti e sedersi a riflettere sul ciglio
del burrone, come fa qualche pazzo! I belvedere,giustamente
transennati, sono pieni di turisti e devi sgomitare per trovare un
buco con una vista ottimale. Allontanandosi dai punti più battuti si
può godere con tranquillità il panorama ma, come detto, può
rivelarsi un'esperienza pericolosa ed é bene ricordare che ogni
tanto qualcuno cade nel vuoto...Sul momento rimaniamo un pò delusi,
ma ripensandoci il luogo é di una bellezza unica e meriterebbe una
visita diversa, soprattutto nelle zone a valle, verso Ovest, quelle
più impervie dove sei realmente vicino al fiume,tanto da poter
vedere la forza delle corrente, capace di trascinarti via in un
batter d'occhio. Percorriamo tutta la East Rim Drive sino al Visitor
Center,ad una trentina di chilometri dall'ingresso del parco. A
mezzogiorno siamo nell'enorme villaggio, dove partono le navette e
ci sono tutti i servizi. Passeggiamo un pò in mezzo al verde delle
foreste, proprio sul ciglio del Canyon dove non ci sono recinzioni.
Più ci si allontana dalle masse di turisti e più si può godere della
tranquillità del luogo. Lasciamo il parco che sono le 14, in
direzione Sud verso Williams, mentre arriva un altro temporale. Qui
il panorama dell'Arizona é fantastico, pieno di verde, molto diverso
da quello che mi aspettavo di trovare. Williams sorge su un tratto
della famosa Route 66 ed é spacciata come una tipica cittadina del
West. Sorge lungo la strada principale, un anello a senso unico
attraverso motel e ristoranti. Essendo "alle porte" del Grand Canyon
(dista solo 90Km..) é molto turistica, come testimoniano i numerosi
negozi di souvenir che si allacciano al West e alla Route 66. La
maggior parte, per la verità, vendono solo paccottaglia. Mangiamo al
volo un hot dog ed una pizza davvero orrenda, poi ci rimettiamo in
moto sulla Interstate 40. Las Vegas é ancora molto lontana, più di
350km. Dopo tre ore di guida entriamo finalmente in Nevada, vicino
al Lago Mead, quando é ormai il tramonto. Il paesaggio cambia
rapidamente e il verde dell'Arizona lascia il posto alla polvere del
deserto, mentre le colline si tingono di rosso, in un panorama quasi
lunare. Passiamo sulla diga Hoover, che sbarra il Colorado creando
l'enorme lago artificiale. Siamo sulla 93, valichiamo le montagne e
davanti a noi si apre l'enorme distesa nel deserto su cui sorge Las
Vegas. Come avevo sognato arriviamo con l'oscurità e lo spettacolo
delle milioni di luci della città é impressionante. Percorriamo
Tropicana Avenue e sbuchiamo sulla strip davanti al New York New
York. Il traffico e il caldo sono infernali. Questa volta abbiamo la
stanza prenotata al Luxor e sappiamo come muoverci. Ci sistemiamo e
alle 20 siamo di nuovo in giro, immersi nella vita frenetica di
questa folle città, più simile ad un immenso luna park. Pasteggiamo
all'abbondante - e tutto sommato gradevole - buffet del Montecarlo:
per meno di 20$ puoi mangiare ciò che vuoi e come da copione mi
ingozzo di ogni schifezza immaginabile, dal pesce al pollo piccante,
passando per i tortellini al pesto. Sorprendentemente non mi sento
male e digerisco tutto alla grande. Abbiamo bisogno di navigare in
internet e ci tocca usare uno degli sportelli del Montecarlo. Per
mezz'ora di utilizzo spendiamo l'equivalente di 7 euro...alla
faccia!! Non siamo nenache tanto stanchi quindi cammiano ancora,
passando ad ammirare di nuovo le magnifiche fontane del Bellagio,
poi sino al Venetian, per vedere la versione americana della nostra
città lagunare...lasciamo perdere!!! Senza accorgercene abbiamo
fatto un sacco di strada ed é mezzanotte passata.! di tornare a
piedi non se ne parla, il Luxor é proprio all'inizio della strip.
Saliamo al volo su un autobus e ci godiamo comodamente seduti la
successione dei mastondoci alberghi sino al nostro. Finalmente
possiamo distenderci sul letto e cadere nel sonno, baciati dalle
luci dorate del Mandalay Bay che entrano attraverso la finestra. |
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