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22 Settembre 2008 - Il ritorno in
Italia
Siamo giunti all'ultimo giorno di vacanza negli states e con
malinconia ci apprestiamo a passare la mattinata a Santa Monica.
E' una splendida e calda giornata, per fortuna abbiamo il volo
nel pomeriggio, c'é tempo per un ultimo tuffo nell'Oceano. Siamo
piuttosto stanchi ed anche un pò stressati, del resto questo é
il prezzo da pagare quando si condensano 4500km in sole due
settimane. Solitamente guidare non mi pesa, specie in casi come
questo in cui attraversi paesaggi magnifici, però inzio a
sentire il peso di tutta la strada percorsa e la frenesia di
alcune giornate. Gli ultimi giorni passati a L.A. sono stati
bellissimi ma non abbiamo sostato un attimo e ci sarebbe ancora
tanto da vedere. Ci accontentiamo di quello che abbiamo visto e
decidiamo così di dare un ultimo saluto a Santa Monica. Lasciamo
l'hotel di buon'ora, senza rimpianti per una sistemazione come
l'Howard Johnson, a due passi dall'aereoporto, buono giusto per
passarci una sola nottata prima della partenza. Percorriamo il
Lincoln boulevard , come il giorno del nostro arrivo a L.A., il
traffico é ancora sopportabile e scivoliamo via verso Nord con
tranquillità. Necessitiamo di una colazione, quindi ci infiliamo
nel primo Starbucks che incontriamo, poco dopo Marina del Rey,
giusto il tempo di prendere il nostro the caldò da asporto.
Passata Venice deviamo verso il mare a Ocean Park, per tornare a
Beach Park dove eravamo stati due giorni prima. L'autoradio
spara a manetta la mia compilation west-coast, arriviamo in
spiaggia proprio sulle note di "California stars" dei Wilco,
attraversando un viale corcondato di palme, di fronte a noi
l'azzurro dell'Oceano...semplicemente fantastico! |
Santa Monica
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Nonostante la bella giornata i bagnanti sono
pochi, é un Lunedì mattina, anche qui qualcuno lavora...Come sempre
le onde sono cavalcate da decine di surfisti, che sfidano con le
loro tavole le fredde acque del Pacifico. Giusto il tempo di
spogliarmi e decido di rompere gli induci lanciandomi in una folle
corsa contro alle onde, incurante della temperatura glaciale
dell'acqua. E' il mio ultimo bagno e non devo perdere un solo
minuto! Invito la Daniela a raggiungermi e ben presto siamo noi due,
insieme ai surfisti, gli unici pazzi a bagnarsi. Il baywatch,
statuario nei suoi slip rossi, ci osserva preoccupato, pronto ad
intervenire avendo nasato la nostra imprudenza. Entusiasti come due
bambini ci lanciamo contro le onde, così alte da sommergerci, ogni
volta ci riportano verso riva con la forza della corrente. Non c'é
una nuvola in cielo, la spiaggia brilla alla luce del sole, le palme
svettano alte e indolenti a presidiare la zona. Lo sguardo spazia da
Nord a Sud sul golfo di Santa Monica, da Malibù sino al promontorio
di Palos Verdes. Aerei partono e arrivano in continuazione dal
vicino Lax. Quando il freddo dell'acqua ci intorpidisce i muscoli
capiamo che é ora di uscire e di riscaldarci al sole. Il tempo é
scivolato via velocemente, sono quasi le 12, ci restano solo una
manciata di ore per pranzare e passaggiare per il quartiere.Torniamo
così nella Third street promenade, un pò meno vivace del precedente
Sabato pomeriggio, ma comunque sempre piena di vita. I ragazzi,
forse, saranno a scuola ma tutti gli impiegati della zona sembra
stiano pranzando nei locali di questa via, visto quanto sono pieni.
I negozi di abbigliamento sportivo non sono più assaliti da una
folla assetata di spese, ora possiamo goderceli con relativa
"tranquillità". Giusto il tempo di un panino al volo - al bar
Bellagio, come l'altro giorno - ed é già ora di incamminarci per l'aereoporto.
Torniamo sul Lincoln Boulevard e impieghiamo una vita per percorrere
i pochi chilometri che ci separano dall'autonoleggio,nei pressi del
Lax, dove dobbiamo lasciare la nostra fedele compagna di viaggio.
Costeggiamo la schiera di abitazioni di Westchester , lungo
Manchester avenue, quindi lasciamo la nostra bella Chevrolet Impala
nelle mani dell'annoiato impiegato dell'Alamo. L'auto é stata
praticamente la nostra casa itinerante in queste due settimane di
vacanza ed ora non posso che rivolgerle uno ultimo sguardo
malinconico come saluto - anche perché non so quando mi ricapiterà
di guidare un veicolo così bello. Mentre recuperiamo la roba sparsa
per la vettura - mappe,snack, rifiuti - noto che la carrozzeria é
ancora tutta coperta dalla polvere rossa della Monument valley, così
come su di un tergicristallo é ancora legato il fiocco rosso per
accedere all'area Navajo. Anche lei, come me noi con la nostra
abbronzatura, porta i segni di questa avventura!
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Il servizio navetta tra l'autonoleggio e l'aereoporto
funziona perfettamente, siamo al nostro terminal in men che non
si dica, in perfetto orario. Il volo però,inizialmente previsto
per le 16.30, é ritardato di un paio d'ore. La compagnia - la
Lufthansa - ci offre un buono spesa per il pranzo come
risarcimento, così inganniamo l'attesa mangiando schifezze al
McDonalds e navigando in rete con il portatile. Ci capita di
leggere qualche notizia dal nostro paese,scopriamo che in quei
giorni in Italia é piovuto parecchio e le temperature sono
calate drasticamente...Al nostro ritorno ci aspetta l'autunno, i
25 gradi e il mare di Los Angeles sono già un ricordo! Saliamo
in aereo quando é il tramonto e ci alziamo in volo proprio
sull'Oceano, sotto di noi milioni di luci disseminate su tutta
l'immensa distesa che la città ricopre. L'aereo vira sul golfo e
prende rotta verso est,oltre le montagne. E' fatta, si torna a
casa! Accanto a me siede un simpatico signore americano, un
grafico di L.A., con cui cerco di instaurare una
conversazione,seppure con il mio inglese stentato. All'arrivo a
Francoforte il mio nuovo amico, giustamente, mi riprenderà per
la mia ignoranza, invitandomi ad uno studio maggiore della
lingua in vista di un futuro viaggio. Parliamo di un pò di
tutto, del mio e del suo paese, del nostro viaggio, di quanto
abbia amato la sua città, di quanto sono pollo a non aver bevuto
alcun vino locale. Gli chiedo di Redondo beach e di tutti gli
altri luoghi di Los Angeles che non siamo riusciti a vedere.
Conferma che il cielo del West - non é un luogo comune - é
davvero particolare, difficile da descrivere, così magnifico. Mi
consiglia un ottimo itinerario per visitare lo Yellowstone,
partendo da Salt Lake City. |
Ocean Park - Santa Monica |
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Siamo ormai in Europa, ciò che resta sono solo un sacco di ricordi
splendidi e di sogni per il futuro. Come prometto al mio compagno di
volo non é finita qui,ci sono ancora troppe cose da vedere in quello
splendido paese che sono gli states. Purtroppo per me non sono
ancora guarito dalla mia ossessione, questo viaggio spero sia stato
solo un breve assaggio, non sono ancora appagato. Tutto ciò che ho
visto é stato esattamente come mi aspettavo, in molti casi anche
meglio. Luoghi come lo Zion, lo Yosemite, la Death valley - per non
parlare di Los Angeles - hanno lasciato in me immagini e sensazioni
fantastiche. Conserverò sempre nel cuore la splendida terra Navajo,
con i suoi paesaggi maestosi e immensi, infiniti. La complessità di
una società multirazziale, per certi versi straordinariamente aperta
e per altri tremendamente tradizionale , si specchia nella
complessità di un territorio che spazia dai caldi deserti alle alte
cime di granito. Come dimenticare poi la vastità dell'oceano, più di
un semplice mare, la sua forza selvaggia. Le lunghe e solitarie
strade perse nel mezzo del nulla, percorse al buio,sotto le stelle.
Le vallate verdi, le gialle e dolci colline della California, la
polvere del deserto, il granito della Sierra Nevada, il cielo di un
azzurro irreale della Valle della morte, il luna park di Las Vegas.
I rabbocchi di coca cola nei fastfood, le colazioni da Starbucks.
Tutte cose probabilmente banali e scontate per molti ma così
importanti per me. Vorrei davvero restare qui
dove nessuno può trovarmi
dove non sembra mai poter piovere
e le ragazze sorridono sempre
dove posso dimenticare i miei problemi
e allora tendimi la mano
possiamo continuare a sognare per sempre
ho aspettato non sai quanto
per vedere i tuoi vedri prati
e le tue dolci colline
é passato tutto così in fretta
che non ho avuto nemmeno il tempo di capire
ma ti dico che ci rivedremo
perché questo non é un addio
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